Tra la continuità territoriale aerea della Sardegna e Ryanair c'è in mezzo uno scoglio da una decina di milioni di euro. I corteggiamenti da parte della compagnia irlandese e l'apertura della Regione a tutti i vettori low cost per i collegamenti con Roma e Milano potrebbero essere vanificati dalla decisione della Commissione europea, che la scorsa estate ha stabilito l'illegittimità dei contributi per i voli internazionali versati sulla base della legge 10 del 2010. È qui che entra in ballo la clausola Deggendorf, una disposizione che vieta il pagamento di chi è debitore nei confronti delle amministrazioni pubbliche. In pratica: se Ryanair volesse gestire i voli tra l'Isola e i due maggiori aeroporti italiani, dovrebbe prima restituire i contributi incassati tra il 2010 e il 2013 e ritenuti aiuti di Stato da Bruxelles. Le cifre per ora sono segrete. Ma nelle ultime riunioni, a cui hanno partecipato anche le organizzazioni sindacali, si è parlato di circa 10 milioni di euro. La cifra precisa però sarà definita nei prossimi giorni dagli uffici della presidenza della Regione.

ANCHE MERIDIANA La stesso discorso varrà anche per Meridiana - che potrebbe essere costretta a restituire circa 2,7 milioni di euro -, EasyJet e le altre 13 compagnie finite nel mirino della Commissione europea. La procedura più semplice per evitare di essere esclusi dalla gara per la prossima continuità territoriale (il bando dovrebbe essere pubblicato in estate) è quella del deposito delle somme in un conto bloccato. Gli importi però sono impegnativi anche per compagnie che fatturano milioni di euro.

IL RECUPERO L'operazione di recupero dei contributi, formalmente iniziata la scorsa estate dopo la decisione dei commissari europei (era la fine di luglio), sarebbe dovuta già arrivare al termine. Le procedure prevedono 60 giorni di tempo. Ma la Regione si è trovata ad affrontare diversi problemi. Il documento non è stato ancora pubblicato integralmente e negli uffici di viale Trento è stata disponibile per molto tempo solo una versione in inglese. Poi l'alto numero di società (16) di nazionalità differenti a cui notificare le comunicazioni ha rallentato ancora di più il lavoro.

Nei giorni scorsi sono stati avviati i contatti con gli avvocati delle compagnie. Entro febbraio la procedura di recupero entrerà nella «fase esecutiva», fanno sapere dalla presidenza della Giunta, che coordina i procedimenti. Il compito è delicato: da una parte bisogna far rispettare la decisione di Bruxelles, dall'altra si cercherà di non danneggiare eccessivamente le compagnie. Le stesse che, tra qualche mese, potrebbero partecipare alla gara per aggiudicarsi i collegamenti della continuità territoriale. Ieri l'esecutivo ha approvato definitivamente il progetto (è prevista una spesa di 51 milioni di euro all'anno), che nel corso di febbraio si trasformerà in decreto ministeriale. Il taglio del nastro del nuovo sistema è previsto a fine ottobre.

Michele Ruffi

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