Roghi, ecco le carte nascoste sui gravi ritardi
Il 29 luglio l’accordo tra Protezione civile, Corpo forestale e Forestas, i piani ricevuti il 10 agosto
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I cronometri dell’antincendio segnano la disfatta. I rilievi del protocollo digitale sono come pietre miliari, immodificabili. Finiti i tempi in cui tutto si poteva sistemare con bianchetto e penne biro. La corsa contro il tempo per sconfiggere le fiamme si ferma il 29 luglio, cinque giorni dopo il grande rogo del Montiferru. Le carte, quelle che cantano, sono inclementi davanti a quel timbro-orario che non lascia prigionieri. L’intesa per gestire la lotta alle fiamme viene siglata a tempo e disastro ormai consumati. La firmano i vertici della Protezione civile, del Corpo Forestale e di Forestas.
Babele incendiaria
Anche in questo caso con i tempi della babele incendiaria che ha devastato in due giorni 20.000 ettari di patrimonio ambientale. Il primo a firmare digitalmente l’intesa è il direttore facente funzioni di Forestas, Salvatore Mele, sono le 11.38 del 29 luglio. Alle 12 e 13 minuti sottoscrive Antonio Pasquale Belloi, direttore generale della presidenza della regione per la Protezione Civile. L’ultima in calce è quella di Carlo Masnata, comandante del Corpo Forestale e di vigilanza ambientale. Il documento è blindato. Lo tengono chiuso negli apparati burocratici di una campagna antincendio mai così disastrosa.
Le carte nascoste
Quando i varchi si aprono per accedere alle carte, emergono elementi inquietanti sulla gestione della lotta alla piaga, e all’affare, degli incendi in Sardegna. L'intesa vergata in calce dai numeri uno delle tre principali organizzazioni che devono sovrintendere alle fiamme d’estate è solo un passaggio infinitamente tardivo di quel che è successo. Il primo adempimento è già di per sé a ridosso della stagione delle fiamme. Il Piano regionale antincendio viene approvato il 17 giugno del 2021 dalla Giunta Regionale. In realtà, però, mancano i capisaldi dell’organizzazione, quella da calare sui territori, per pianificare risorse e mezzi, gestione e tempi. I dettagli sono, infatti, affidati agli “atti di pianificazione ripartimentale” suddivisi per i sette centri operativi provinciali. L’adozione di questi piani territoriali è affidata alla direzione generale del Corpo forestale e di vigilanza ambientale. La firma in calce di quel provvedimento arriva il 29 luglio.
Vademecum fuori tempo
E’ il vademecum con tutti gli elementi necessari per governare le emergenze nelle singole aree. Peccato che il Montiferru, a quella data, abbia già visto devastate migliaia di ettari di bosco secolare, di macchia mediterranea tra la più florida dell’Isola. Peccato che migliaia di ettari di uliveti e produzioni agricole siano state rase al suolo in meno di 48 ore trasformando quel territorio in un braciere senza fine. Quella data di fine luglio, però, non è la fine del calvario. Quei piani devono essere ancora trasmessi ai servizi territoriali, compresi quelli di Forestas. Il documento che pubblichiamo ha il protocollo d’uscita: il 6 agosto del 2021. Dodici giorni dopo il rogo di Cuglieri, Santu Lussurgiu, Scano Montiferro, Sennariolo. Ma non basta, quel piano su come gestire le fiamme e l’organizzazione territoriale arriva a destinazione, secondo i documenti in nostro possesso, il 10 di agosto. E’ il tracollo del sistema.
Date impresse a fuoco
Con la burocrazia, i ritardi e la disorganizzazione che sono scanditi da date impresse a fuoco su quel patrimonio ambientale devastato irrimediabilmente. Le parole scritte negli atti non sono acqua sulle fiamme. Nella nota di trasmissione dei piani territoriali antincendi è scritto espressamente: «Per i rispettivi provvedimenti di competenza, in allegato, si trasmette la determinazione n. 3156, Prot.52865 del 29.7.2021, con la quale lo scrivente ha provveduto all’adozione della pianificazione ripartimentale 2021, previa l’intesa con le competenti Direzioni generali in indirizzo».
Le ombre sui tempi
Sono quei provvedimenti di competenza richiamati che gettano altre ombre sulle procedure seguite per gestire l’emergenza. Come è stato possibile attendere agosto inoltrato per sollecitare gli atti territoriali? Come era stata gestita sino a quel momento l’intera organizzazione? Di certo nel dispositivo di notifica si dice: «Si trasmette inoltre copia del documento di pianificazione adottato e relativo Protocollo di Intesa. Le Direzioni generali e i Servizi del Corpo in indirizzo, per quanto di rispettiva competenza, provvederanno a notificare la presente a tutto il personale».
Personale al buio
Quindi, sino ad allora, e siamo almeno al dieci di agosto, il personale non era stato ancora informato sulla pianificazione territoriale per gestire la calamità degli incendi. Documenti che scottano, che lasciano trasparire una situazione oltre il paradossale, considerato che solo per un miracolo non si sono consumate vittime e danni ancora maggiori. Certo non può valere la giustificazione che si tratta “solo” di passaggi burocratici. Non è così, e lo sanno bene i risk manager, coloro che sono chiamati a pianificare con largo anticipo calamità che non possono essere lasciate al caso o all’antica e fuori tempo logica delle abitudini. La gestione del rischio è l'identificazione, la valutazione e l’individuazione prioritaria dei pericoli. Tutto deve essere obbligatoriamente previsto, puntualmente, e i piani di intervento non possono diventare, nella gestione di un evento che mette a rischio vite umane e non solo, un mero passaggio burocratico.
Elitrasportate, anzi No
Piani che nel dettaglio, per esempio quello di Oristano e quindi del Montiferru, prevedevano anche la possibilità di elitrasportare squadre di pronto intervento sul luogo dell’evento. Era previsto a chiare lettere: «Dal primo luglio al 31 agosto sarà presente un elicottero biturbina, con grande capacità di carico d'acqua (dotato di benna tipo Bamby di capacità di 4.000 litri) e con possibilità di trasporto di una consistente squadra di personale elitrasportato (10 - 15 unità), da impiegare per lo spegnimento degli incendi complessi in ambito regionale. Sempre a causa delle norme di sicurezza relative all'emergenza in atto, nel rispetto del DVR di mansione del C.F.V.A. il personale elitrasportato in tale circostanza potrebbe essere notevolmente ridotto». Peccato che quel dispositivo è stato comunicato solo il dieci di agosto. E con una superficialità da far spavento. Affermare, nella stessa disposizione, che si può trasportare una consistente squadra di personale elitrasportato (10 - 15 unità) e affermare, nel contempo, che lo stesso personale potrebbe essere notevolmente ridotto, senza dire di quanto, lascia comprendere che il tema non è solo il ritardo dei piani. C’è ben altro.
Meglio prevenire
La prevenzione degli incendi, in tempi moderni, non si pianifica dopo la distruzione. La natura, l’ambiente, le foreste non si proteggono con elicotteri e denari a gogò per due mesi all’anno. Quelle risorse, magari, servono ogni giorno dell’anno, per curare e proteggere quel ben di Dio.
Mauro Pili