Perché l'Europa lancia un ultimatum all'Italia e chiede una manovra correttiva entro aprile?

Il motivo risiede nella cosiddetta "regola del debito": il quadro di riforma della governance economica della Ue, che prevede un percorso a tappe affinché l'indebitamento pubblico si avvicini al valore soglia del 60% del Pil.

IL DISAVANZO - I Paesi dell'Eurozona che sono oltre il 60% del rapporto debito/Pil devono quindi seguire un percorso di riduzione prestabilito: sulla quota che supera il 60%, il taglio dovrebbe essere pari a 1/20 all'anno, nella media dei tre esercizi precedenti.

In questo quadro, si guarda al valore del deficit (disavanzo pubblico), cioè l'eccedenza delle uscite rispetto alle entrate statali (ma corretta per gli effetti del ciclo economico e delle misure una tantum).

IL NODO ITALIANO - Bruxelles giudica eccessiva la deviazione del deficit italiano, che nel 2017 dovrebbe attestarsi al 2,4%: 0,2 punti percentuali in più rispetto al limite di flessibilità concesso, visto l'alto livello di debito del nostro Paese (al 133,1% del Pil).

Da qui deriva la richiesta di una correzione da 3,4 miliardi, pari a quello 0,2% di troppo nel rapporto tra deficit e prodotto interno lordo.

IL PROGRAMMA DI STABILITÀ - Ogni anno infatti, ad aprile, i Paesi dell'Eurozona presentano i propri programmi di stabilità alla Commissione e al Consiglio Ue, riportando gli obiettivi di bilancio a medio termine e le indicazioni su come raggiungerli.

E se l'esecutivo comunitario ritiene che i criteri non siano soddisfatti, può avviare una procedura di infrazione chiedendo un piano correttivo e un (rigido) calendario di scadenze.

LA PROCEDURA DI INFRAZIONE - Così, nel caso italiano, se non arrivasse l'aggiustamento dei conti, l'Europa potrebbe aprire la procedura per deficit eccessivo, in base all'articolo 126 dei Trattati.

Questo perché - pur se il disavanzo resta sotto il 3% (come impone il Patto di stabilità e crescita) - il debito supera ampiamente il 60% del Pil. Ma, soprattutto, non accenna a scendere a ritmo soddisfacente.
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