37 milioni di euro in arrivo dalla Regione Sardegna per gli Enti locali.

I criteri per la ripartizione dei fondi –  stanziati con l’ultima variazione di Bilancio in favore di Comuni, Province e Città metropolitane e per le Comunità montane e Unioni di comuni della Sardegna – sono stati definiti e approvati dalla Giunta.

La misura interviene a sostegno degli Enti locali per le conseguenze finanziarie date dall'emergenza Covid-19 e aggravate dal caro energia.

«Diamo un ulteriore segnale di sostegno ai territori e interveniamo contro gli aumenti dei costi dell’energia che, come sta accadendo nel resto del Paese, rischiavano di indebolire i servizi garantiti alle Comunità», spiega il Presidente della Regione, Christian Solinas. «I Comuni – prosegue – devono essere messi nelle condizioni di soddisfare la domanda di servizi da parte dei cittadini garantendo qualità, competenza, correttezza e celerità nelle risposte».

«Con celerità e garantendo la massima attenzione ai territori – evidenzia l’Assessore degli Enti locali, Finanze e Urbanistica Aldo Salaris – abbiamo dapprima convocato i rappresentanti degli Enti locali e poi, in Conferenza Regione-Enti locali e dopo un’attenta analisi e valutazione della misura, abbiamo fissato i criteri per la ripartizione delle risorse con l’obiettivo di assicurare alle autonomie locali della Sardegna un importante contributo e garantire il mantenimento dei servizi ai cittadini sardi». «Grazie al tempestivo intervento della Regione – prosegue Salaris –, gli Enti locali potranno continuare a garantire i servizi essenziali ai cittadini, messi a rischio dalle conseguenze della crisi pandemica, divenuta poi crisi economica, e dall’innalzamento dei prezzi dell’energia elettrica».

La delibera appena approvata dalla Giunta regionale, prevede che dei 37 milioni di euro, 32 saranno destinati al sostegno dei Comuni, Province e Città metropolitane da ripartire secondo i criteri del Fondo regionale a favore del sistema delle autonomie locali. Gli altri 5 andranno a favore delle Comunità montane e Unioni di comuni. Per i primi le risorse verranno distribuite per una quota pari al 40% in parti uguali e per una quota pari al 60% in proporzione alla popolazione residente in ciascun ente al 1° gennaio 2021. Per quanto riguarda invece le Unioni di comuni e le Comunità montane, la modalità di riparto è stata fissata per il 30% sulla base dell’Indice di svantaggio economico-sociale (IDM) che fa riferimento alla densità demografica, al reddito, all’occupazione, alla salute, alla criminalità, ai servizi dell’istruzione e dell’ambiente. Permette inoltre di elaborare una misura sintetica del disagio sociale ed economico di tutti i comuni. Per il 70% le risorse saranno ripartite invece sulla base delle funzioni/servizi comunali svolti dall’unione di comuni in forma associata.

(Unioneonline/v.f.)

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