Nell’ultimo anno quasi novemila lavoratori sardi fuori sede sono tornati a casa grazie a remote e smart working.

Lo rivela un’indagine commissionata dal portale Facile.it a mUp Research e Norstat.

A livello nazionale, si legge ancora nella ricerca, a lasciare il luogo in cui ha sede l’azienda è stato il 20% dei fuorisede, circa 400mila persone.

Il 75% di loro ha scelto di tornare a vivere nel luogo di origine, mentre il 25% ha preferito andare in un’altra città.

Uno degli elementi che ha spinto i fuorisede a tornare è quello economico. Se è vero che la retribuzione media degli “smart workers di ritorno” è pari a 1.840 euro, per uno su tre lo stipendio mensile è inferiore ai 1.500 euro.

Cambiare città ha permesso quindi a molti di migliorare il proprio tenore di vita; il 28,1% ha dichiarato che la ragione principale per cui ha deciso di rimanere a lavorare da remoto è perché, pur percependo lo stesso stipendio, può permettersi cose che prima non poteva. 

Per quanto riguarda il futuro, sei smart worker di ritorno su dieci hanno dichiarato di non avere intenzione di tornare a essere fuorisede e di voler continuare a lavorare da remoto, dalla propria città di origine o da quella in cui si sono trasferiti dopo il lockdown.

Uno dei primi indicatori del rientro in pianta stabile - o semi stabile - in Sardegna è la richiesta di linee Adsl e connessioni ad alta velocità: nell’Isola si registrano notevoli incrementi che, fra marzo 2020 e gennaio 2021, si sono attestati al 15,9%, il dato più alto registrato in Italia.

Un altro dato che può essere letto come indicativo della volontà di rientro in maniera definitiva nelle zone di origine è legato alle richieste di mutui per l’acquisto della casa.

Se si confrontano i numeri del primo semestre 2021 con quelli dello stesso periodo del 2020, si nota che la percentuale di mutui richiesti in zone come il Medio Campidano o l’Iglesiente è aumentato in modo rilevante (rispettivamente passati dall’1,82% al 3,42% del totale richieste mutui della regione e dal 3,86% al 5,82%). 

La Sardegna è inoltre la prima Regione in Italia per il saldo fra ingressi e uscite di lavoratori (+40%), davanti alla Sicilia (+27%) e alla Calabria (+21%)

(Unioneonline/F)

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