A ottobre scorso, quando la Giunta ha approvato la delibera, c’erano a disposizione 7,5 milioni di euro.

Tre giorni fa, con la pubblicazione dell’avviso che inaugura la partenza, i fondi sono diventati 6,9 milioni.

Ma tant’è, la situazione è così preoccupante che ogni misura di politica attiva del lavoro è salutata con grande favore.

Il “prestito previdenziale” decolla, «e nonostante il ritardo e i limiti oggettivi, risponde comunque ai bisogni di fasce deboli della popolazione, persone che hanno perso il lavoro e gli ammortizzatori sociali, e sono penalizzati dalla “Fornero”», sottolinea il segretario generale della Cgil, Michele Carrus.

Il prestito previdenziale è stato studiato per consentire agli over 50 di versare i contributi mancanti - fino a 9 mensilità - per il raggiungimento della pensione anticipata.

In base alle rilevazioni fatte dall’Inps sono circa 500 i sardi non titolari di pensione diretta e senza contribuzione nel 2015 e 2016, ai quali mancano al massimo 9 mesi di contribuzione per accedere alla pensione anticipata (ovvero uomini che abbiano versato almeno 42 anni e 1 mese di contribuzione, e donne che hanno versato 41 anni e 1 mese).

La restituzione del prestito potrà avvenire in unica soluzione oppure ratealmente, nell’arco di massimo 7 anni, a tasso zero.

Le domande potranno essere presentate a partire dal 20 febbraio, la procedura è a sportello fino all’esaurimento dei fondi disponibili, pari a 6,9 milioni di euro.

Requisiti, documenti e moduli si trovano sul sito della Regione. La gestione del Fondo è affidata alla Sfirs.

Lo strumento di ingegneria finanziaria scelto è il fondo rotativo, che si autorigenera con il rientro dei capitali erogati.
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