Non si placa la crisi nell'area industriale di Porto Torres.

Una nuova tempesta occupazionale si prospetta all'orizzonte per una delle aziende storiche - le officine Sices - che contava oltre 90 dipendenti tra diretti e indiretti.

Il processo di smobilitazione era iniziato nel 2013 con il trasferimento di una trentina di lavoratori nella sede lombarda di Lonate Ceppino per l'attività di produzione e montaggio di apparecchi, scambiatori di calore e reattori per grossi impianti, ed ora anche i circa 50 addetti rimasti vivono con lo spettro della disoccupazione, un dramma sociale in un'area che vanta già il primato a livello regionale. La contrazione del mercato e le mancate commesse rischiano di ridurre ulteriormente la produzione allungando la lista delle aziende in difficoltà in un territorio già martoriato dalla crisi economica. Sui cancelli della Sices nei giorni scorsi è apparso uno striscione con su scritto "I lavori devono essere finiti qui a Porto Torres", un messaggio eloquente legato alle assegnazioni di importanti gare, unica vera sopravvivenza per la Sices che rischia di perdere ulteriori ordini per vederli trasferire oltre i confini nazionali.
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