"Le bonifiche della falda inquinata a Porto Torres sono in corso da anni e lo saranno ancora a lungo, ma questo non ha nulla a che vedere con la realizzazione del progetto sulla chimica verde vergognosamente in stallo".

La Cgil di Sassari attacca Christian Solinas, dopo le dichiarazioni – giudicate "sorprendenti" dal sindacato – con cui il governatore ha commentato la sentenza del Consiglio di Stato sulle responsabilità dell'inquinamento dell’area, in capo a Eni Rewind Spa (ex Syndial).

"Quando Solinas, in riferimento alle bonifiche, afferma che 'la pazienza è terminata e non è più accettabile attendere ulteriormente' genera confusione facendo intendere che solo dopo la sentenza verranno avviate le bonifiche. Soprattutto sconcerta quando, di fatto, acconsente ulteriori rinvii da parte di Eni sulla realizzazione di investimenti e impianti sulla chimica verde: 'Dopo le bonifiche - ha dichiarato Solinas - sarà il momento di vedere realizzati i progetti di riconversione, legati alla chimica verde, in un quadro già tracciato negli accordi con l'azienda di Stato, e che fino ad ora sono stati disattesi'. Dopo le bonifiche? E perché mai se si tratta di un sito che non ha nulla a che vedere con quello individuato per la chimica verde?", hanno fatto sapere dal sindacato.

"C'è da chiedersi - hanno spiegato i segretari Cgil regionale e di Sassari Samuele Piddiu e Massimiliano Muretti - se Solinas conosca i contenuti del protocollo firmato dalla Giunta Cappellacci, di cui era assessore, che idea abbia di quel sito, se lo abbia mai visto, se gli sia chiaro dove si trovano gli impianti e i terreni dedicati al progetto, che già al momento della firma di quel protocollo erano stati individuati proprio perché esclusi da quelli da sottoporre a bonifica".

Secondo la Cgil, "se Solinas ha contezza di tutto ciò, allora dovrebbe spiegare per quale ragioni fornisce a Eni un alibi per ulteriori ritardi sulla chimica verde. Quel progetto può e deve ripartire adesso". I due segretari hanno infine sollecitato il presidente della Regione a convocare immediatamente Eni, coinvolgendo il governo nazionale. 

(Unioneonline/F)

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