Dopo due giorni di polemiche interne alla maggioranza - con scontri aperti tra Movimento 5 Stelle e Italia Viva - è arrivato l'ok del Consiglio dei ministri al salvataggio della Popolare di Bari, commissariata da Bankitalia.

Nella tarda serata di ieri l'esecutivo guidato da Giuseppe Conte ha approvato un decreto che stanzia 900 milioni per Invitalia - l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa partecipata al 100% dal Ministero dell'Economia - perché finanzi il Microcredito centrale e gli consenta di acquisire quote dell'istituto di credito.

Tra gli obiettivi c'è quello di creare una banca d'investimento, che nascerebbe dalla "scissione" delle acquisizioni fatte dal Mediocredito centrale, con lo scopo di sostenere le imprese del Mezzogiorno.

"Il governo è al fianco dei risparmiatori e dei dipendenti della banca", ha dichiarato il titolare del Mef Roberto Gualtieri.

L'accordo è arrivato dopo lo stop al testo di venerdì sera da parte di Matteo Renzi e Luigi Di Maio.

Secondo alcune fonti, dei 900 milioni stanziati per il 2020 dal governo, alla Popolare di Bari potrebbero servirne 500 , mentre gli altri 400 potrebbero essere impiegati per rafforzare altri istituti del Sud o superare la crisi di imprese come l'Ilva.

Al rilancio della banca parteciperanno anche il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi ed eventuali altri investitori.

"Spero che il Parlamento approvi il prima possibile la proposta di legge firmata dalla Lega e anche dai Cinquestelle per riformare la Banca d'Italia e farla passare attraverso il Parlamento, quindi attraverso il popolo italiano", il commento del leader della Lega, Matteo Salvini.

Il segretario del Carroccio ha voluto sottolineare le responsabilità della crisi dell'istituto pugliese, dichiarando che "sulla Popolare di Bari qualcuno doveva vigilare".

(Unioneonline/F)
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