Prezzo record oltre i 14 euro al chilo, fatturato da 600 milioni all’anno, 12mila aziende e 40 caseifici, 25mila addetti, crescita esponenziale sui mercati internazionali, progetti fra Giappone, Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna, Svizzera e Italia e un percorso ormai avanzato verso la sostenibilità del prodotto e il rispetto dell’ambiente.

L’assemblea dei soci del Consorzio di tutela del Pecorino Romano DOP, riunita a Siamaggiore (Oristano), certifica il momento d’oro di un prodotto sempre più amato, grazie anche alla diversificazione dell’offerta e all’innovazione, che lo proietta nel futuro mantenendo la sua tipicità. Con effetti positivi su tutta la filiera: la quotazione del prodotto assicura una giusta remunerazione anche ai pastori. 

È quanto emerso nell’intervento del presidente del Consorzio, Gianni Maoddi, che ha ricordato come il bilancio anche quest’anno si è chiuso in pareggio. Previsto ancora una volta un fondo di solidarietà agli allevatori in difficoltà e risorse riservate a iniziative di solidarietà, come quelle già realizzate per il reparto pediatrico dell’ospedale Brotzu e per la ciclopedalata contro il cancro delle Pink Flamingos.

«Abbiamo avuto un incremento di produzione registrato nella prima parte della campagna, riequilibrata dal ridimensionamento di produzione dell’ultima. Alla fine, avremo una produzione di 2000 tonnellate in più rispetto alle 30mila dell’anno scorso, un incremento del 5-7%» ha spiegato Maoddi.  

All’assemblea, con il direttore generale del Consorzio Riccardo Pastore e tutti i soci anche dal Lazio e dalla Toscana, hanno partecipato il presidente di Afidop e del Consorzio Gorgonzola Antonio Auricchio, il presidente di Origin Cesare Baldrighi, i presidenti dei Consorzi che due anni fa donarono decine di migliaia di euro agli allevatori colpiti dall’incendio del Montiferru.

È intervenuto l’europarlamentare Paolo De Castro, oltre all’assessora regionale dell’Agricoltura Valeria Satta, il generale dei carabinieri per la tutela agroalimentare Daniel Melis.

In chiusura il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida che ha inviato un intervento per ribadire che «il Consorzio è uno dei più chiari esempi della distintività del settore agroalimentare nazionale capace non solo di produrre reddito e occupazione ma anche di dare valore alle produzioni locali e contrastare l’omologazione». «Come governo – ha proseguito Lollobrigida – intendiamo continuare a promuovere e a valorizzare il Pecorino romano Dop per tutelare la vostra attività». 

Il ministro ha ricordato le difficoltà legate alla guerra in Ucraina, all’aumento dei costi energetici che si sommano a una serie di debolezze strutturali a cominciare dall’eccessiva frammentazione della filiera ovicaprina e al problema del ricambio generazionale. «Bisogna puntare sui giovani incentivando e motivando i ragazzi per portare avanti questa eccellenza dell'agroalimentare italiano e scongiurare lo spopolamento dei territori. Su questo il governo Meloni è in prima linea».
Fondamentale, secondo il ministro, la tutela del marchio e l’espansione su nuovi mercati

Direttamente dalla sede del parlamento europeo a Strasburgo è intervenuto l’europarlamentare Paolo De Castro. «Stiamo lavorando al nuovo regolamento sulle indicazioni geografiche, con nuove regolamentazioni, nuovi poteri ai consorzi, più attenzione al mondo della Dop economy che è sempre più in crescita».

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