Oggi che gli uffici statali chiudono, e la crisi ha spazzato qualche impresa, gli artigiani sono il cuore dell'economia oristanese. Ee infatti crescono di numero, unico caso in Sardegna.

"E di questo non possiamo che essere molto soddisfatti", commenta Sandro Paderi, fresco di nomina come presidente di Confartigianato imprese Oristano (con lui nel direttivo, oltre al segretario Marco Franceschi, tre vice presidenti: Antonio Matzutzi, Paolo Giovanni Fanari e Giuseppe Antonio Deriu). L’assemblea dei mille iscritti è stata anche l’occasione per fare il punto della situazione dell’economia “artigiana” provinciale.

Nasce un’impresa ogni due giorni e, a oggi, ce ne sono due ogni cento abitanti. E cresce anche il valore della produzione: le 3.297 imprese hanno sfondato il tetto dei 287 milioni con un export di 31.

"Rappresentiamo ormai più del venti per cento dell’economia oristanese", sottolinea Paderi.

Tra le note positive una va anche alle amministrazioni pubbliche locali che hanno iniziato ad avere dei tempi “accettabili” per i pagamenti verso le imprese.

"Una media di 37 giorni per pagare le aziende fornitrici", sottolinea Paderi.

Pressione fiscale e burocrazia sono i nodi sui quali vuole lavorare la Confartigianato imprese, e non solo.

"Le tasse sono altissime chiaramente non solo nell’Oristanese ma da noi si sentono di più proprio perché il tessuto economico è molto fragile", la considerazione di Paderi.

Infine la burocrazia.

"A livello locale si può migliorare notevolmente. Ormai il datore di lavoro sta dietro carte e scadenze e non ai lavori che deve svolgere", conclude Paderi.
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