Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. 

Come già anticipato dal premier Mario Draghi durante il suo intervento all’assemblea annuale di Confindustria, per il 2021 il governo prevede una crescita del 6% (ad aprile era stato ipotizzato il 4,5%). Il Pil più alto porterà il rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo a scendere al 153,5% rispetto al 155,6 per cento nel 2020.

Il deficit dovrebbe tornare sotto il 10%, mentre l’indebitamento netto nel 2021 si attesterà al 9,4%. Nel 2022 il deficit sarà al 5,6%, per scendere al 3,9% nel 2023 e avvicinarsi al 3% nel 2024 (3,3%).

Il Pil italiano tornerà ai livelli precedenti alla crisi Covid, quelli del quarto trimestre del 2019, nel secondo trimestre del 2022.

Il testo fissa alcune delle misure considerate prioritarie dall’esecutivo: "Gli interventi di politica fiscale che il governo intende adottare determinano un rafforzamento della dinamica espansiva del Pil nell'anno in corso e nel successivo. Rilevano in particolare la conferma delle politiche invariate e il rinnovo di interventi in favore delle Pmi e per la promozione dell'efficientamento energetico e dell'innovazione. Si avvia inoltre la prima fase della riforma dell'Irpef e degli ammortizzatori sociali e si prevede che l'assegno unico universale per i figli sia messo a regime", si legge nel documento.

Verranno dunque prorogate alcune soluzioni adottate nel corso del 2020, come il Superbonus 110% (al 2023), Transizione 4.0, il potenziamento del Fondo Centrale di Garanzia per le Pmi e l'assegno unico per i figli.

(Unioneonline/F)

© Riproduzione riservata