Il tribunale di Tempio ha rigettato in primo grado i ricorsi di 22 assistenti di volo di Meridiana Fly licenziati nel giugno 2016, e li ha condannati al pagamento delle spese legali.

I lavoratori lamentavano il fatto che gli esuberi non fossero l'effetto delle procedure di mobilità in seguito alla crisi aziendale di Meridiana Fly, ma si fondassero sulla cessione dell'azienda a Qatar Airways.

E parlavano di "carattere discriminatorio" dei licenziamenti in seguito all'acquisizione, da parte di Meridiana Fly, di Air Italy: gli esuberi, infatti, hanno riguardato i soli lavoratori di Meridiana, con più anzianità di servizio, e non quelli di Air Italy, che lavoravano da meno tempo e dunque guadagnavano di meno.

I magistrati tuttavia hanno dato ragione all'azienda, che ha accolto "con soddisfazione" la sentenza, "perché è stato ricostruito come il nostro operato in seguito al deflagrare della grave crisi sia stato ispirato alla ricerca di una via d'uscita, anche per ridurre l'impatto a carico dei lavoratori".

L'Usb, con una nota pubblicata su Facebook, ha ammesso senza mezzi termini la "sconfitta, sia per i principi di equità e giustizia che per i lavoratori".

Tuttavia ha continuato a parlare di "natura discriminatoria dei licenziamenti" e ha promesso battaglia per i prossimi gradi di giudizio.

"Mancano inoltre all'appello - ha aggiunto il sindacato - le sentenze dei tribunali di Cagliari e di Busto Arsizio dove auspichiamo di veder riconosciute le ragioni dei lavoratori".

(Redazione Online/L)

IL FLOP DEL SIT-IN A MAGGIO:

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