Meno tasse, più sgravi, incentivi per i giovani, ma anche lotta all’abusivismo e maggiore spazio nei mercati alle produzioni artigianali dell’agroalimentare, tipico e tradizionale.

Queste le richieste avanzate da Antonio Matzutzi e Stefano Mameli, rispettivamente presidente e segretario di Confartigianato Sardegna alla Commissione Speciale per l’Artigianato in Consiglio Regionale.

L'organo è stato costituiti per supportare le oltre 35mila imprese artigiane, un comparto che in dieci anni ha registrato una diminuzione di 7.456 realtà e lasciato senza lavoro oltre 20mila persone.

"Anche quest’anno l'artigianato sardo non vede ancora la luce in fondo al tunnel: imprese ancora in calo e comparto che perde altre 784 realtà produttive, risultanti tra 1.626 nuove iscrizioni e 2.410 cessazioni", ha affermato il presidente dell'associazione di categoria.

Nel documento presentato alla Commissione, Confartigianato Sardegna ha sottolineato come l’obiettivo primario del lavoro comune debba essere quello di "ridare dignità a un settore strategico per lo sviluppo economico e sociale della Sardegna".

Tra i provvedimenti richiesti la diminuzione della tassazione, sia fiscale che contributiva, l'adozione di incentivi ai giovani, con l’abbattimento del costo previdenziale, per almeno due anni, per le aziende artigiane di nuova costituzione.

Secondo Matzutzi e Mameli, inoltre, "occorre prevedere degli interventi che vadano a contrastare il fenomeno dell’abusivismo. Di sicuro è il caso avviare interventi di collaborazione con le forze dell’ordine per un potenziamento dei controlli".

L’associazione ha infatti denunciato anche come due imprese artigiane su tre (il 65,3%) soffrano la concorrenza sleale delle aziende "sommerse".

(Unioneonline/F)

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