Piazza affari apre ancora in rosso, dopo lo scontro tra Roma e Bruxelles sulla nota di aggiornamento al Def, che fissa per tre anni il rapporto tra deficit e Pil al 2,4%.

Questa mattina, alla Borsa di Milano lo spread ha ricominciato a salire, dopo aver raggiunto ieri i 283 punti.

Già pochi minuti dopo l'apertura della seduta, il differenziale tra Btp e Bund tedeschi ha sfondato quota 300 punti, con il rendimento del titolo decennale italiano che ha raggiunto i massimi di inizio 2014 e si è attestato intorno al 3,43%.

Il Ftse Mib cede al momento 1,5%.

Partenza negativa anche per le altre Borse europee, con Londra a -0,15%, Francoforte a -0,87% e Parigi a -0,63%.

Ieri sera il ministro dell'Economia Giovanni Tria è tornato a Roma dopo aver incontrato in Lussemburgo all'Eurogruppo i suoi omologhi dei Paesi dell'Eurozona, rinunciando così a partecipare alla seconda giornata dell'Ecofin.

Le sue rassicurazioni sulla diminuzione del rapporto debito/Pil non ha infatti convinto l'Europa.

La giornata di ieri è stata segnata dalle polemiche tra il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker che a proposito della manovra italiana ha dichiarato: "Se l’Italia vuole un trattamento particolare supplementare, questo vorrebbe dire la fine dell’euro. Bisogna essere molto rigidi".

Contro il commissario si è scagliati il vicepremier Matteo Salvini, che ha dichiarato: "In Italia nessuno si beve le minacce di Juncker".

(Unioneonline/F)

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