È cominciata alle 20 la riunione del Consiglio dei ministri che dovrebbe varare la nota di aggiornamento al Def in vista della manovra finanziaria.

Nelle ultime ore il Movimento 5 Stelle ha alzato l'asticella, sfidando il ministro dell'Economia sul rapporto deficit/Pil, che vuole al 2,4%.

"Stiamo attenti - è il monito lanciato da Tria - perché a volte se uno chiede troppo poi deve pagare interessi maggiori, e quello che si guadagna si perde in interessi. Se si perde fiducia sulla stabilità finanziaria nessuno investe".

"Noi non tiriamo a campare", ha risposto a distanza da Bruxelles il ministro del Lavoro, anche se assicura che "non c'è in programma nessuna richiesta di dimissioni nei confronti di Tria".

"Vogliamo fare una manovra del popolo, e non dei potenti - ha proseguito Di Maio -. Vogliamo lottare contro i potentati e dare diritti ai cittadini. La manovra sarà ad alto moltiplicatore, una manovra che scommette sulla crescita. Abbiamo bisogno di scelte coraggiose".

"Alcuni di questi moltiplicatori - ha continuato - non sono nelle solite tabelle dei moltiplicatori che ci arrivano anche da qui, dalla Bce e dalla Banca d'Italia. Ma io sono convinto che nei prossimi anni anche la Bce, le istituzioni europee, le grandi istituzioni finanziarie pubbliche e private, si ricrederanno su quello che stiamo per fare".

La Lega intanto si è mossa con più cautela: "Questo Paese deve crescere, i ragazzi devono lavorare e occorre fare investimenti produttivi: su questo l'accordo c'è - ha rassicurato Salvini - poi lo zero virgola in più o meno è l'ultimo dei problemi e nessuno farà gesti eclatanti": il riferimento è alla minaccia lanciata dal M5s, che si è detto pronto a non votare il Def senza rassicurazioni sul reddito di cittadinanza.

(Unioneonline/D)

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