Luglio da dimenticare per gli hotel: arrivi dimezzati negli scali sardi
Confindustria: "Stagione ormai persa, la Regione pensi al 2021"In Costa Smeralda ha riaperto pure il Billionaire - all'inaugurazione c'era Renzo Rosso, fondatore del marchio Diesel, insieme al padrone di casa Flavio Briatore - ma la parvenza di normalità si ferma qui: tutti sanno che il 2020 sarà un'annata da dimenticare, e lo si capisce dai tanti alberghi che hanno scelto di non aprire per la stagione estiva. All'inizio di luglio erano circa il 50%, ora la percentuale si aggira intorno al 20% e c'è poco da esultare. Da qualche giorno però le statistiche dei passeggeri in arrivo negli scali sardi hanno ripreso a camminare. E ieri negli aeroporti si sono visti gli affollamenti dei bei tempi. Insomma: ci sono le premesse per un agosto meno triste.
Come si viaggia
Per adesso i turisti hanno preferito i traghetti per raggiungere l'Isola. Gli arrivi negli stazioni marittime reggono il confronto con lo scorso anno meglio degli scali aeroportuali. La flessione è inferiore ( meno 40% contro meno 60%). E in numeri assoluti i passeggeri delle navi superano quelli degli aerei. Dal primo luglio i viaggiatori sbarcati a Cagliari, Olbia, Golfo Aranci, Porto Torres e Arbatax sono stati 266mila, contro i 204mila arrivi negli aeroporti. Non succedeva da tempo. E così è più semplice capire il crollo del turismo straniero. I passeggeri internazionali sono calati dell'85% a luglio, mese in cui solitamente gli ospiti europei superano quelli italiani.
Chi non apre
In generale, il flusso turistico è dimezzato. Nel nord Sardegna molti hanno alzato bandiera bianca: «Circa il 20% degli albergatori ha deciso di non aprire. E sotto il profilo imprenditoriale posso capire la scelta: questo è un anno in cui si rischia di non coprire i costi dell'azienda. Chi apre lo fa per garantire il posto di lavoro ai dipendenti», spiega Stefano Visconti, presidente di Federalberghi per la provincia di Sassari. Ad Alghero il lungomare non pulsa più come un tempo: «I turisti sono quasi tutti italiani. Abbiamo anche un po' di mercato interno: qualche sardo che si concede una vacanza di uno o due giorni, non di più». Gli stranieri sono pochissimi. Francesi, tedeschi e spagnoli. Ovviamente in numero ridotto. «Annullate tutte prenotazioni dal Regno Unito e dal nord Europa. A luglio i più fortunati incasseranno il 20% rispetto agli anni scorsi. Ad agosto prevediamo di aumentare questa cifra fino al 35-40%», dice Visconti. La parte buona di tutto questo è un «turismo di qualità». Meno file al ristorante, facilità nel trovare un posto negli stabilimenti balneari, più relax.
Le prospettive
Negli alberghi continuano ad arrivare cancellazioni. «Le ultime sono legate alle restrizioni per i viaggiatori dell'Est europeo», dice Nicola Monello, direttore commerciale dell'hotel Abi d'Oru e presidente di Confindustria turismo centro e nord Sardegna. Da queste parti, invece che piangersi addosso, si pensa già all'anno prossimo. «Il 2020 ormai è andato. Chiediamo alla Regione di lavorare subito al 2021, occupandosi di quelli che per noi sono quattro pilastri: trasporti, urbanistica, marketing territoriale e politiche del lavoro. Vogliamo una continuità territoriale affidabile, leggi chiare che permettano di migliorare e abbellire le nostre strutture, una visione strategica della destinazione Sardegna e strumenti efficaci per aiutare gli operatori del settore turistico».
Michele Ruffi