Per entrare nel sito devi essere rigorosamente maggiorenne. Accesso proibito a chi non ha superato la soglia delle emozioni forti. Data di nascita da inserire obbligatoriamente per poter ricevere il Gin Pass, quello che ti consente di entrare nel mondo esclusivo dell’alcolico per eccellenza, consumato come un fiume in piena negli angoli più remoti del bere forte. In ogni anfratto di questo viaggio, in terra di alambicchi e botti antiche, il richiamo al proibito è costante, quasi l’inferno dei superalcolici, da consumare in una tempesta di fulmini e sogni. Proprio come quella lepre selvatica, incrociata con un’antilope americana, immaginata in un vortice di piedi e corna, che si staglia sulla facciata principale di questa distilleria d’altri tempi, immersa tra colline verdi e laghi mitologici.

2.600 km di distanza

Drumshanbo, meno di mille abitanti, contea di Leitrim, nel cuore dell’Irlanda più profonda, dista da Siniscola, Baronia, terra di Sardegna, passando per la Manica, “appena” 2.600 km. Quasi dall’altra parte dell’Europa. Eppure, in questo capannone dal tetto scuro, trasformato in un luna park per intenditori di bevande da mille e una notte, grazie a un jackpot fatto di intuizioni esclusive e ardite, è stato generato un vero e proprio “fulmine” alcolico geneticamente sardo. Un diavolo, capace di mettere insieme il tè, quello più orientale, prelevato nella lontana Cina, con la “polvere da sparo”, trasformando quelle essenze di Sardegna in un “Gin” tanto originale quanto ardito, capace di sbancare i mercati e far impallidire i più avvezzi bevitori di “Filu 'e ferru”.

Demone del Gin

Cosa c’entrasse quest’eremo alcolico nella più profonda terra d’Irlanda con la valle del Cedrino, tra Siniscola e Orosei, lo può sapere solo quel demone che crea alcolici come le tempeste generano fulmini e saette. Lui è Pat Rigney, fondatore della Shed Distillery, la distilleria irlandese che miscela l’Oriente con la terra dei Nuraghi. Viaggia per sconfinate coordinate terrestri come un astronauta alla scoperta dell’ignoto, sino ad incrociare, tra il 40 esimo e 41 esimo Parallelo Nord, la capitale del più raro agrume al mondo, il Citrus Monstruosa, per tutti “Sa Pompia”. Il produttore del gin irlandese più famoso sbarca a Siniscola vagando tra le acque turchesi del Mar Mediterraneo, sino ad addentrarsi nel segreto interno dell’Isola di Sardegna. Non svela i dettagli, ma attribuisce la scoperta dell’ignoto agrume agli ospitali abitanti della cittadina sarda. Glielo avrebbero fatto assaggiare in tutte le salse, versatile come pochi, originale ed esclusivo, dal dolce tipico della Pompia, “su Pistiddu”, al frutto intriso di miele, dal liquore all’essenza aromatica. Nessuno, però, sapeva chi fosse realmente quel lord venuto dalle terre verdi dell’Isola del nord Europa.

La Mente Curiosa

Lui registrava tutto, si informava come un neofita sprovveduto e un ignaro turista occasionale. In realtà il suo nome in Irlanda è “The Curious Mind”, la Mente Curiosa. E, in effetti, non ci ha messo molto per capire che quel frutto senza alcuna tutela, senza un marchio che ne proteggesse imitazioni e utilizzo, poteva diventare l’ingrediente “esplosivo” per lanciare sul mercato mondiale un Gin capace di assemblare i fuochi d’artificio irlandesi con le essenze del tè cinese e appunto il marchio sardo della “Pompia”. Quando rientra nella terra promessa degli alcolici per eccellenza non ci pensa due volte a mettere in pratica quello che la testa bizzarra gli fa rimuginare sin dall’uscita dal crocevia della valle del Cedrino, tra Siniscola e Orosei.

L’alchimista della Pompia

L’intuito è quello del maestro d’alambicchi, alchimista per eccellenza, capace di intravvedere quello che altri non potranno mai immaginare. Del resto il suo moto è impresso a fuoco in tutto quest’eremo quasi monastico di Drumshanbo: mettere insieme gli opposti, unire ciò che può sembrare totalmente avulso. Per lui la regola è traguardare “intrugli” dove altri non li vedono. La regola gli impone di mettere da parte soluzioni collaudate per avventurarsi in una terra inesplorata. E’ cosi che nasce l’esplosiva ricetta del Drumshanbo Gunpowder Gin Sardinian Citrus, l’evoluzione tutta sarda del Gin irlandese più venduto al mondo. Il processo produttivo, raffinato ed esclusivo, con tanto di emblema sardo registrato nel mondo, è segreto. Niente dosi e niente dettagli.

Sardegna nell’etichetta

Di certo in questo Gin con la Sardegna in bella evidenza sull’etichetta anglofona c’è la Citrus monstruosa, “Sa Pompia”, quello che loro stessi certificano come uno degli agrumi più rari al mondo che si trova solo nell'Isola di Sardegna. In quegli alambicchi medioevali in rame si distillano lentamente solo le essenze botaniche, mentre il frutto sardo e il Gunpowder, tè cinese, invece, vengono infusi a vapore. Il distillato “riposa” per una settimana prima di raggiungere una gradazione del 43% con acqua filtrata.

Polvere da sparo

Il risultato, per i sommelier del gin, è dirompente: gli esotici sapori orientali del Gunpowder miscelati con l’esclusiva arguzia de “Sa Pompia” di Siniscola e fatti esplodere con “la polvere da sparo” del Gin irlandese. Il lancio mondiale è compiuto: Gunpowder Irish Gin Sardinian Citrus. Gli ordini commerciali di questo nuovo prodotto fanno rilanciare la notizia nei giornali economici irlandesi e non solo: la domanda mondiale di Drumshanbo Gunpowder Irish Gin con gli agrumi sardi è enorme, dichiarano gli irlandesi. Lo sbarco negli Stati Uniti è segnato dal traino del super premium, ma il Gin di Pompia sarda ha già solcato la Senna e il Danubio, dalla Francia alla Germania.

Pompia Gin nel mondo

Entro fine anno il “Pompia Gin” sarà commercializzato in 30 paesi in tutto il mondo. In questo paesino nella “baronia” irlandese di Leitrim si festeggia. Nel cuore di Drumshanbo “la mente curiosa” e il suo team di oltre 50 dipendenti hanno aperto la Shed Distillery Experience, mix tra parco giochi, museo polidimensionale, cantina e distilleria. Un centro che, secondo le previsioni del patron Pat Rigney, dovrebbe attrarre 30.000 visitatori entro il 2023. Una ricaduta calcolata per l’economia locale di 3 milioni di euro. Del resto per un paese di mille abitanti gli affari non sembrano andar male. Nonostante il Covid il fatturato nel 2020 ha sfondato il tetto dei 10 milioni di euro.

Prezzi da prima classe

Del resto quel marchio di Sardegna impresso in quella bottiglia verde d’altri tempi ha già raggiunto quotazioni da prima classe: per meno di un litro (70 ml) il prezzo sfiora i 50 euro. Tutto legato a quel frutto esclusivo, raro e sardo come nessun altro. Prelevato in terra di Sardegna e trasformato in terra d’Irlanda. Da secoli coltivato nel silenzio delle poche terre di Siniscola e dintorni, salvato dall’uso tradizionale per i dolci matrimoniali.

La patacca del Pat

Certo nel 2004 è entrato nel Presidio Slow Food, ne sono stati ricavati oli essenziali e variegati utilizzi alimentari, ma l’unico riconoscimento ufficiale è quello del Pat, Prodotti Agroalimentari Tradizionali. Un decreto inutile e inconsistente del Ministro dell’Agricoltura che espressamente recita: «L’inserimento di un prodotto nel predetto elenco non è costitutivo di diritti conseguenti alla pubblicazione e l’eventuale riferimento al nome geografico non costituisce riconoscimento di origine o provenienza del prodotto dal territorio al quale è riconducibile il predetto nome geografico». Come dire, irlandesi in giro per il mondo fate della Pompia ciò che volete. Del resto quel frutto chiamato scientificamente e impropriamente “limone mostruoso” nessuno lo ha mai tutelato. Quei 700 grammi di originalità tutta sarda, tanto può pesare un frutto di Pompia, butterato come un suolo lunare, ha una caratteristica esclusiva: è tra gli agrumi più rari al mondo. Vox populi racconta che siciliani e campani abbiano già ordinato migliaia di piante. Dopo lo scippo irlandese ci manca pure quello siculo- campano.

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