L'epidemia di lingua blu che ha falcidiato anche il Sulcis (4176 gli ovini deceduti per il morbo causato dal sierotipo 4 del virus) è stata ormai debellata ormai oltre un anno fa.

Le domande di indennizzo (4,7 milioni di euro stanziati dalla Regione per tutta l'isola) per le aziende che erano state dichiarate sede di focolaio scadevano a luglio 2018 ma sono ancora tantissime quelle che ancora attendono i rimborsi a causa di burocrazia, procedure farraginose, ritardo nell'organizzarsi dei Comuni (che hanno incamerato i fondi mesi fa) ed aziende non in regola con il "Durc" (il documento unico di regolarità contributiva) e con le anagrafi di settore.

I Comuni si sono quindi mossi in ordine sparso. A Villamassargia, tra i più falcidiati dal morbo con 853 decessi ovini, la scelta è stata di attendere che almeno la metà delle 48 aziende richiedenti regolarizzasse la propria posizione contributiva.

La dotazione concessa dalla Regione è di 80 mila euro circa. "Abbiamo atteso diverse regolarizzazioni e il primo marzo abbiamo pagato indennizzi a 27 aziende ma ne stiamo aiutando molte altre", fa sapere il sindaco Debora Porrà. "In questo caso i pochi virtuosi da subito in regola hanno dovuto attendere per il bene di tutti".

Alcuni Comuni tra quelli più colpiti non hanno ancora iniziato le procedure. Tra questi Iglesias che con 950 decessi era il più colpito. "Stiamo ancora verificando - commenta l'assessore alle Attività Produttive Ubaldo Scanu - anche perché tante aziende non sono in regola. A metà marzo dovremo avere il quadro preciso e partire con gli indennizzi per i quali abbiamo a disposizione 89mila euro". Stessa situazione anche a Domusnovas che ha registrato 222 decessi: nessun indennizzo ancora erogato nonostante 24 mila euro di fondi e 19 ovili richiedenti.
© Riproduzione riservata