Salari più alti per lavoratori sempre più poveri. Quello che può sembrare un paradosso non è altro che il destino degli italiani, schiacciati negli ultimi cinque anni da un'inflazione galoppante, in crescita talmente vertiginosa da aver distanziato il modesto incremento contemporaneo degli stipendi.

L'ultimo ritocco registrato alle buste paga degli italiani ha toccato nel 2024 una media del +2,3%. Eppure secondo il Rapporto mondiale sui salari reali pubblicato dall'Oil (l'Organizzazione internazionale del lavoro) negli ultimi 17 anni il potere di acquisto delle famiglie italiane è crollato dell’8,7%. Il peggior risultato ottenuto dai Paesi del G20, ovvero i venti Stati più industrializzati al mondo.

Considerando sempre il periodo dal 2008, la ricchezza dei tedeschi è cresciuta del 15% e quella dei nostri cugini francesi del 5%. 

In Italia invece si piange: un'auto ormai costa in media 30mila euro e per estinguere un mutuo non bastano 27 anni di rate salatissime. Prezzi folli da affrontare con gli stessi stipendi di inizio millennio. 

Un problema da affrontare rinnovando i contratti, dicono i sindacati, e aumentando la produttività, secondo gli economisti.

L’articolo completo di Luca Mascia su L’Unione Sarda in edicola, sull’app e sull’edizione digitale

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