L’entroterra della Sardegna è ancora alle prese con lo spopolamento. I cittadini invecchiano, e i giovani se ne vanno: i due fenomeni, uniti, causano un impoverimento demografico che si lega poi al declino economico.

Dati che sono messi in luce nel report della Cna secondo il quale il calo demografico dei Comuni che si trovano nelle aree interne dell’Isola ha raggiunto, nel 2020, oltre 137mila persone, mentre la popolazione sulla fascia costiera aumenta di 303mila persone.

Ma in soli sette anni si sono persi oltre 230 milioni di euro di reddito annuo per quanto riguarda i residenti nell’entroterra: tra il tra 2012 e 2019 il reddito complessivo è calato del 4,2% per i Comuni dell'interno, mentre si è ridotto molto meno nella fascia costiera (-1,8%).

Non solo, i dati mettono in luce come l'indice medio di accessibilità infrastrutturale calcolato dal Cresme sia del 4% inferiore rispetto ai Comuni della fascia costiera. "Senza un progetto di sviluppo adeguato che ponga maggiore attenzione alle dinamiche socio-economiche dell'entroterra attraverso la valorizzazione e la tutela dell'immenso patrimonio paesaggistico e culturale delle aree interne – dicono Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionali di Cna - , il rischio è che il fenomeno stesso, accelerando, possa portare, in certe realtà, non solo ad una morte economica ma anche a una ben più irreversibile morte anagrafica”.

(Unioneonline/s.s.)

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