L’ultimo avamposto è Kersonesus. Nelle mappe militari, così come in quelle delle terre antiche, quel promontorio è da sempre proscenio esclusivo, tra Teulada e Domus de Maria, tra guerra simulata a suon di bombe vere e natura incantata. Quando il protocollo del ministero, ora trasformato in quello della “Sicurezza Energetica”, registra l’ingresso di quelle carte è il 27 marzo nell’anno 2023, il “secondo” dall’assalto russo all’Ucraina. Il progetto, con tanto di sigilli petroliferi, è l’ultimo sbarco dei nuovi colonizzatori eolici in terra sarda. Un progetto che sembra invocare una sfida senza confini tra chi si candida ad occupare il mare davanti a Tuerredda e Cala Zafferano e chi, invece, lo vuole traguardare a suon di ciclopiche pale eoliche conficcate direttamente nel promontorio alle spalle di Teulada. L’ultimo confine dell’invasione eolica nel sud dell’Isola non si pone problemi di paesaggio, semplicemente di quel ben di Dio se ne frega.

Da Teulada a Sarroch

L’ardire del progetto è disseminato lungo costa, da Teulada sino a Pula, passando per Domus de Maria, sino a Settimo San Pietro e Sarroch. Un approdo non casuale, visto che il filo rosso che unisce vento e petrolio ha un comune denominatore, la petrolifera Saras, la società dei Moratti che da sempre colonizza con ciminiere e alambicchi il Golfo degli Angeli. Il progetto è solo l’ultimo di quelli presentati nel primo trimestre di quest’anno. Lo registra senza colpo ferire l’archivio informatico dei progetti energetico-rinnovabili da approvare, o bocciare, in base alle procedure “straordinarie” del Pnrr, quel piano nazionale di resilienza e ripresa che tanto fa penare i conti pubblici italiani alle prese con fallimenti annunciati e consumati. Il nome del progetto non è un’invenzione: “Kersonesus”.

Mappe militari

Lo raccontano le carte della storia e quella dei toponimi geografici, si tratta di “Chersonesum Promontorium”, ovvero il promontorio della primaria ubicazione “urbana” di Teulada, alle spalle dell'antico istmo di Capo Teulada, sin dall’epoca nuragica presidio militare delle baie esclusive di Cala Piombo e Porto Zafferano. Le carte depositate nei palazzi di Roma per il momento sono top secret, la dicitura recita “verifica amministrativa”, ma non tarderanno a comparire in tutte le loro declinazioni, dalle valutazioni paesaggistiche alle elemosine destinate ai Comuni depositari di cotanti grattacieli d’acciaio racchiusi nei propri confini territoriali. Di quest’ultimo affronto alla costa sud dell’Isola si conoscono, però, i proponenti, l’estensione e la potenza elettrica.

La scalata della Saras

La firma in calce è del braccio eolico della Saras, la Sardaeolica, la srl del gruppo Moratti che mira ad imperversare sulle vette sopra l’Einstein Telescope di Lula, passando per i “Tacchi d’Ogliastra” ed ora direttamente nella costa più rinomata del Sud dell’Isola, quella che da Pula arriva sino a Teulada. Non gli bastava quello sfregio petrolifero impresso a vita sul proscenio del Golfo degli Angeli, ora la multinazionale dell’oro nero vuole colonizzare a colpi di pale eoliche persino la restante costa, con sette mastodontiche turbine da 6,2 megawatt l’una di potenza, le più grandi disponibili sul mercato terrestre, per complessivi 43,4 megawatt, da piazzare lungo le tappe principali del cammino di S. Efis.

Schiaffo a S.Efis

Alla faccia della millantata sensibilità ambientale, il nuovo intervento è uno schiaffo violento ad un territorio sino ad oggi rimasto a digiuno di pale eoliche, contraddistinto non solo da un grande pregio naturalistico, ma anche da una vocazione agricola di eccellente livello, insieme ad un primato turistico a cinque stelle. Niente da fare, per la Saras è più importante incassare qualche altro milionario incentivo statale a favore di questa offensiva eolica piuttosto che salvaguardare ambiente e paesaggio.

Ardire petrolifero

Il progetto della multinazionale di Sarroch non è, però, l’unico ardire della famiglia Moratti. In questa prima “trimestrale” del 2023 per quanto riguarda i progetti eolici presentati in terra sarda, appena sette giorni prima di “Kersonesus”, sempre presentato dalla Saras, compare “Astìa”, la centrale eolica da piazzare sulle cime intorno a Villamassargia e Musei, alle porte dell’Iglesiente, come se ormai non ci fossero più confini, buttati giù dall’ingordigia di pale e vento.

Pale a S’Ortu Mannu

Il posizionamento dei nuovi aerogeneratori, sembra lo facciano con intenzione devastatrice, è previsto in un luogo da sempre ritenuto inviolabile, tra l’oasi naturalistica de S’Ortu Mannu, con un patrimonio di ulivi millenari unico nel Mediterraneo, il Castello della Gioiosa Guardia e la Miniera di Orbai con le sue vestigia trasformate in sito turistico. Eppure, il progetto, questa volta già visionabile, di ambiente, natura e siti protetti non se ne preoccupa minimamente. Per la Saras vale una sola regola: prima di tutto far girare pale e incentivi, poco importa se siamo dinanzi a beni salvaguardati e tutelati. In questo caso a svettare su quelle cime saranno sette aerogeneratori tanto imponenti quanto invasivi, visibili secondo gli algoritmi della percezione visiva da ogni angolo dell’Iglesiente, con sette grattacieli da almeno sessanta piani ciascuno conficcati sui crinali delle montagne a ridosso dei centri abitati.

Nuove 172 pale in tre mesi

Il protocollo della sicurezza energetica, quello del ministero degli incentivi a gogò, nel primo trimestre di quest’anno non si è fermato un attimo. Per la Sardegna si tratta di un’invasione eolica inarrestabile con i primati che si susseguono senza tregua. Quasi fosse una scalata in borsa, la “prima trimestrale” dei progetti già presentati nell’Isola dall’inizio dell’anno ha già raggiunto livelli impensabili. In appena tre mesi sono stati presentati progetti per 172 nuove pale, per una potenza di ben 1.151 megawatt.

25 milioni di abitanti

La comparazione è presto fatta: in questi primi novanta giorni del 2023 sono stati presentati progetti pari all’80% di quanto già insediato in Sardegna negli ultimi 20 anni. Un dato che la dice lunga sull’assalto da terra e da mare all’Isola dei Nuraghi. Negli ultimi due anni e tre mesi, dal 2020 ad oggi, sono stati depositati negli uffici di Roma progetti eolici che prevedono di conficcare nelle vette della Sardegna ben 528 nuove pale con una previsione di potenza energetica di 3.264 megawatt, più del doppio di quella eolica già disponibile, e soprattutto più del doppio di quella che sarebbe necessaria a sostituire quella generata con le centrali a carbone di Portovesme e Porto Torres. Si tratta di energia eolica che, secondo una stima cautelativa, potrebbe fornire energia elettrica a oltre 4 milioni di cittadini. Un’enormità alla quale va sommata quella che dovrebbero produrre le pale eoliche che i signori del vento vorrebbero piazzare in mezzo al mare dell’Isola. Si arriverebbe, con un calcolo al ribasso, ad una produzione di energia eolica per 25 milioni di abitanti. Un dato che da solo spiega la follia di questa corsa forsennata, illogica e accecata dagli incentivi miliardari che ruotano su quest’operazione. Una corsa sfrenata al vento di Sardegna e al denaro di Stato.

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