Il presidente del Consiglio Mario Draghi in visita in Algeria, accompagnato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio e da quello della Transizione ecologica Roberto Cingolani.

L’occasione per siglare un primo accordo per incrementare le forniture di gas dal Paese nordafricano che già rappresenta il 31% del nostro import, secondo solo alla Russia. Un’intesa che negli intenti del governo dovrebbe diminuire ulteriormente la dipendenza dalle forniture energetiche di Mosca, anche e soprattutto alla luce della guerra in Ucraina e del precipitare delle relazioni tra le nazioni europee e il Cremlino.

"I nostri Governi hanno firmato una Dichiarazione d'Intenti sulla cooperazione bilaterale nel settore dell'energia. A questa si aggiunge l'accordo tra Eni (nella delegazione italiana anche l'ad Claudio Descalzi, ndr) e Sonatrach per aumentare le esportazioni di gas verso l'Italia", ha spiegato il presidente del Consiglio dopo la stipula dell’intesa.

"Subito dopo l'invasione dell'Ucraina, avevo annunciato che l'Italia si sarebbe mossa con rapidità per ridurre la dipendenza dal gas russo. Gli accordi di oggi sono una risposta significativa a questo obiettivo strategico, ne seguiranno altre", ha aggiunto Draghi. "Il Governo – conclude il premier - vuole difendere i cittadini e le imprese dalle conseguenze del conflitto”.

A fornire i dettagli dell’intesa è stato il ministro Cingolani: "L'accordo non termina nel 2024 ma il flusso sarà costante o su una rampa che andrà a crescere: da Algeri avremo circa 3 miliardi di metri cubi in più di gas subito, altri 6 nel 2023 per arrivare a 9 miliardi, circa 3 miliardi di gas e 3 di Gnl".

Dopo il faccia a faccia con il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune, l’incontro della delegazione del governo con la comunità italiana: sono circa 200 le imprese con presenza stabile in Algeria, impegnate nel campo energetico ma anche nei settori delle infrastrutture e delle grandi opere. 

(Unioneonline/l.f.)

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