Per valore delle infrastrutture la Sardegna è all'undicesimo posto in Italia, negli ultimi 15 anni l'Isola non ha speso meno delle altre regioni, anzi: 33 miliardi di euro, che rappresentano il 4,5% della spesa complessiva nazionale. Eppure c'è un gap da colmare: strade, ferrovie, reti idriche spingono l’Isola al quartultimo posto in Italia (fanno peggio solo Valle d’Aosta, Molise e Basilicata).

Fatto 100 l’indice di infrastrutturazione dell’Italia, la Sardegna si ferma a poco più di 50. È ricco di ombre il rapporto su infrastrutture e territorio realizzato dalla Cna sarda e dal Cresme.

Le opere pubbliche in Sardegna costano di più e si realizzano in tempi più lunghi: 1,2 anni il ritardo medio nell’esecuzione dei lavori rispetto ai tempi previsti, l’11% dei contratti appaltati vengono rescissi o sospesi.

E ancora: diminuiscono anche gli investimenti di Comuni e Province che passano dal miliardi di euro del 2006 ai 500.000 euro del 2014.

“I dati che emergono dallo studio sullo stato delle infrastrutture e della spesa pubblica a questo destinata negli ultimi 15 anni”, affermano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, presidente e segretario regionale Cna, “pur in linea con la media nazionale, certificano che in assenza di elementi di riequilibrio sostanziale i divari non solo restano inalterati, ma tendono a crescere. Occorre portare al tavolo con l’Europa la madre di tutte le questioni: il riconoscimento del principio di Insularità, che significa definire e regolare modalità, forma e natura dei possibili interventi a correzione di un handicap che non consente a noi sardi la mobilità di persone e delle merci alle stesse condizioni degli altri sistemi territoriali del nostro Paese”.

Da qui, l’appello alla Regione: “Deve ottenere dal Governo la promessa che nel documento pluriennale di pianificazione che contiene la lista delle opere strategiche vengano finanziati gli investimenti già previsti che rischiano di restare senza copertura finanziaria: completamento Statale 131, adeguamento del tratto Nuoro-Olbia-Santa Teresa Gallura”.
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