Inflazione da incubo per chi vive a Cagliari.

L’ufficio statistica del Comune ha rielaborato i dati dell’Istat. La stangata sta tutta in poche righe di comunicato: “Nel mese di ottobre l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività, per la parte congiunturale, ha segnato una variazione del +3,5%, in controtendenza rispetto al -0,1% registrato nel mese precedente. L’indice tendenziale ha una variazione del +12,2%, risultando così in aumento anche esso rispetto al +8,9% che si era registrato nel mese di settembre”. 

Tradotto: il mese scorso i prezzi dei beni considerati per la formazione del “paniere” sono risultati il 12,2% superiori allo stesso periodo del 2021. E sono cresciuti del 3,5% rispetto ai trenta giorni precedenti. Una corsa che sembra inarrestabile. 

A trascinare il costo della spesa sempre più in alto – con gli stipendi invariati – sono le voci “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili”: hanno fatto registrare l’impressionante incremento del 59,9% in un anno e del 26% tra settembre e ottobre. 

Acqua, luce e gas, quindi, svuotano sempre di più le tasche dei cagliaritani. Ma l’aumento dei prezzi è evidente anche nelle corsie dei supermercati. Lo sa chi li frequenta. E adesso l’Istat lo certifica. I prodotti alimentari sono aumentati del 13,8% in un anno. 

Nello specifico, spiegano dal Comune,  “in aumento si segnalano le variazioni significative delle classi “Vegetali” +7,9%, “Zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolciumi” +4,0%, “Frutta” +3,8%, “Latte, formaggi e uova” +3,7%, “Pane e cereali” e “Oli e grassi”+2,3%, “Carni” +2,0%, “Prodotti alimentari n.a.c.” e “Acque minerali, bevande analcoliche, succhi di frutta e verdura” +1,9% e “Caffè, tè e cacao” +1,4%”.  In diminuzione, c’era da aspettarselo, “non ci sono variazioni significative”.

(Unioneonline/E.Fr.)

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