La scelta politica di fare qualunque cosa per difendere il tessuto economico, anticipata dal premer Draghi Draghi allo scoppio della pandemia e messa in pratica con la formazione del governo, e il "game changer", il punto di svolta, delle vaccinazioni, che hanno consentito le riaperture.

Sono i due elementi per cui il Fondo monetario internazionale promuove la ripartenza italiana, diradando l'orizzonte dai timori di una correzione di bilancio o degli aiuti della Bce.

A parlare è Alfred Kammer, direttore del Dipartimento europeo dell’Fmi, posizione che poco più di un anno fa ha rilevato dal Poul Thomsen per volere della direttrice generale Kristalina Georgieva.

L'Italia è in una "forte fase di ripresa" - ha dichiarato - e questo è il "successo della risposta politica" che, con le misure adottate, ha impedito un collasso del tessuto produttivo durante la fase peggiore della pandemia, e consentito "una ripartenza dell'economia e una ripresa forti".

In Europa - ha aggiunto - dopo anni in cui si è tentato di ridurre i debiti a suon di manovre restrittive, la crisi pandemica ha insegnato che occorre spingere sulla crescita ad ogni costo. Anche ora, dopo un 2020 e un 2021 di politiche espansive, "invitiamo alla cautela per evitare qualsiasi shock improvviso: meglio fare un po' più del dovuto e più a lungo, piuttosto che fare meno e ritirare le misure precocemente".

Consolidata la ripresa, il Fmi si aspetta che i Paesi recuperino spazio di manovra fiscale per intervenire alla prossima crisi. 

(Unioneonline/F)

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