Giovani professionisti e Partite Iva esclusi dall'esonero contributivo previsto dall'ultima Legge di bilancio. Semplicemente perché impossibilitati a dimostrare il calo del fatturato tra il 2019 e il 2020. Il motivo? Nel 2019 non erano iscritti alle casse previdenziali o alla gestione separata dell’Inps.

Ad alzare la voce per conto di commercialisti, psicologi, architetti, infermieri, farmacisti, un gruppo di avvocati e praticanti – anche loro coinvolti nella vicenda – che denunciano “la norma irragionevole” in una lettera aperta firmata da 117 professionisti provenienti da 43 ordini territoriali.

Nell'ambito dell'iter di conversione in legge del "Decreto Sostegni", chiedono con forza di approvare due emendamenti correttivi, il primo presentato (tra gli altri) dalla senatrice di maggioranza ed ex ministro del Lavoro Nunzia Catalfo (M5S), e il secondo dalla senatrice Elena Fattori (Misto - Sinistra Italiana).

“Chiediamo di rimuovere una grave ingiustizia che rischia di essere confermata nell'iter di conversione in legge del Decreto legge 22 marzo 2021, n. 41 a danno di tanti giovanissimi professionisti e Partite Iva”, scrivono.

Il Fondo istituito dall’ultima Legge di bilancio prevede “l'esonero parziale dal pagamento dei contributi previdenziali dovuti dai lavoratori autonomi e dai professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell'Inps e dai professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza” che abbiano percepito “nel periodo d'imposta 2019 un reddito complessivo non superiore a 50mila euro e abbiano subito un calo del fatturato o dei corrispettivi nell'anno 2020 non inferiore al 33% rispetto a quelli dell'anno 2019”. Ma così “restano esclusi i più giovani professionisti e le Partite Iva attivate nel 2020-2021, perché impossibilitati a provare il calo del fatturato a causa della successiva iscrizione alle casse private e alla gestione separata dell’Inps”.

Una norma, in sostanza, “irragionevole”. Di qui l’appello al ministro del Lavoro Andrea Orlando, ai senatori relatori del ddl 2241 e ai presidenti delle Commissioni interessate, ad approvare uno dei due emendamenti correttivi: “Chiediamo di dichiararare l’ammissibilità e di approvare una delle due proposte che, al di là della colorazione politica dei proponenti, aiuterà in questo anno funestato dalla crisi economica e sanitaria decine di migliaia di giovani che esercitano la professione di avvocato, medico, commercialista, ingegnere, architetto, odontoiatra, consulente del lavoro, veterinario, infermiere, giornalista, farmacista, biologo, psicologo, agronomo, perito, geometra, notaio, ragioniere o che semplicemente hanno attivato una Partita Iva”.

(Unioneonline/D)

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