Sono solo 7.200 in tutta Italia i contribuenti che hanno aderito alla cedolare secca per gli affitti brevi, nota anche come "tassa Airbnb".

Lo rivela un'elaborazione condotta dal Dipartimento delle Finanze su dichiarazioni dei redditi 2018.

L'imposta, istituita nel 2017 dal governo Gentiloni come provvedimento per contrastare l'evasione fiscale, ha raccolto 44 milioni di euro, la metà degli incassi previsti.

La misura riguarda i redditi da locazione ad affittuari che locano gli immobili per periodi non superiori a 30 giorni.

Nel caso in cui i contratti siano stati stipulati grazie all'utilizzo di intermediatori immobiliari (tra cui anche le piattaforme online), è stata prevista l'applicazione di una ritenuta del 21%.

"I dati del Dipartimento delle finanze non mostrano alcun insuccesso della cedolare secca sugli affitti brevi", ha commentato invece Confedilizia in una nota.

Secondo l'associazione di categoria, al contrario, si confermerebbe il "grande successo di questo strumento, che registra nel 2017 un aumento dell'imponibile dell'8,1% per l'aliquota ordinaria e del 21,4% per l'aliquota ridotta".

(Unioneonline/F)
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