Sempre più drammatica la situazione di China Evergrande Group, il colosso cinese dell’edilizia la cui crisi fa tremare i mercati mondiali e che rischia di far vacillare l’intero sistema Paese, come fece il fallimento di Lehman Brother negli Stati Uniti nel 2008.

Ieri è saltato il pagamento di una tranche di interessi, con una cedola sul debito offshore da 84 milioni di dollari andata scaduta.

Se non verrà saldata, il default verrà dichiarato tra trenta giorni: il governo di Pechino ha già fatto sapere che non interverrà per salvare la società.

Intanto il gruppo, che dopo un 2020 dai ricavi negativi ha accumulato un debito complessivo di 305 miliardi di dollari, oggi è nuovamente crollato alla Borsa di Hong Kong (-11,61%).

Tremano le banche europee: tra esse, c’è anche Credit Suisse Group, che ha sottoscritto la maggior parte delle obbligazioni Evergrande tra le banche internazionali negli ultimi dieci anni.

Il management dell’istituto di credito ha rassicurato gli investitori, spiegando che i fondi della sua unità di gestione patrimoniale non detenevano gran parte del debito.

(Unioneonline/F)

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