Per la prima volta dal gennaio 2013 l'inflazione dell'area euro raggiunge il 2%: target perseguito dalla Bce e considerato da molti analisti quale livello ideale per la crescita economica.

La stima, che arriva dall'Eurostat ed è riferita allo scorso mese di febbraio, porterà inevitabilmente a riaccendersi la discussione in seno alla Banca centrale europea, che si riunirà la prossima settimana.

L'obiettivo dichiarato dall'Eurotower per ridurre lo stimolo monetario in corso (il cosiddetto "quantitative easing") è infatti quello di tenere l’inflazione "sotto, ma vicino al 2%". Un obiettivo che sembrerebbe raggiunto, dopo la risalita del tasso registrata negli ultimi mesi: dallo 0,6%, di novembre all'1,1% di dicembre, all'1,8% di gennaio.

Ma l'aumento di febbraio è dovuto quasi per intero al rialzo dei prezzi dell'energia e degli alimentari. L'inflazione di base – cioè depurata da queste variabili – si mantiene invece allo 0,9%, come nel mese di gennaio, e ristagna ormai da molti mesi.

Così, il Consiglio della Bce presieduto da Mario Draghi deciderà quasi certamente di non mutare la politica monetaria, almeno per ora.

Intanto, sul fronte della disoccupazione, il tasso calcolato da Eurostat a gennaio risulta pari al 9,6% per l'Eurozona (invariato) e all'8,1% per la Ue a 28 Paesi (dal precedente 8,2%). Le persone in cerca di lavoro sono state 19,969 milioni, di cui 15,620 milioni nell'area euro: in calo rispettivamente di 1,733 e 1,101 milioni.

L'Italia - insieme a Cipro e Danimarca - è uno dei Paesi in cui la disoccupazione è però aumentata: dall'11,6 all'11,9%.
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