Barack Obama ha detto che entro il 2030 l'uomo stabilirà una colonia su Marte. E la Sardegna questa partita la giocherà fino in fondo.

Un accordo con la Nasa c'è già, riguarda il Radiotelescopio di San Basilio, l'unico nel bacino del Mediterraneo in grado di ricevere i segnali delle sonde interplanetarie, cruciale - insieme con le antenne di Goldstone nel deserto della California, di Canberra in Australia e di Madrid - per la mappatura radar dell'universo nelle prossime esplorazioni astronautiche.

Ma in effetti le future missioni nel deep space sono già da un po' pane quotidiano per i nostri scienziati: un team guidato da Giacomo Cao ha sviluppato due processi che consentono di costruire igloo con speciali mattoncini e ottenere ossigeno, acqua, fertilizzanti e propellenti sul pianeta rosso.

I TASSELLI - Dunque, strutture rilevanti, come il Sardinian Radiotelescope, il Poligono sperimentale del Salto di Quirra, gli aeroporti di Tortolì, Fenosu e Decimomannu, poi, centri di ricerca, la presenza di player nazionali e internazionali e la Regione che ci crede parecchio: grazie a questo mix di elementi nell'Isola la Space economy cresce e guarda lontano.

LA REGIONE - "Stiamo creando una filiera aerospaziale sarda di eccellenza - sottolinea l'assessore alla Programmazione Raffaele Paci - con l'investimento dell'Agenzia spaziale italiana a Villaputzu e il ruolo chiave svolto da San Basilio nel tuffo finale della Cassini, abbiamo acquisito maggiore forza nella rete mondiale. È un settore nel quale crediamo molto, e lo abbiamo inserito tra le priorità della Strategia di specializzazione intelligente, così da rendere disponibili ingenti finanziamenti comunitari".

IL CONSORZIO - Il braccio operativo è il Dass, Distretto aerospaziale della Sardegna, consorzio con sei soci pubblici e ventidue privati, nato nel 2013 sotto la Giunta Cappellacci e consacrato dall'attuale esecutivo con un protocollo d'intesa siglato nell'estate 2016.

Cao, docente di ingegneria chimica all'Università di Cagliari, è il presidente del consiglio d'amministrazione e ora anche componente del Comitato di sorveglianza del piano nazionale Space economy, voluto dal governo Renzi.

"Nonostante in Sardegna si facciano attività aerospaziali dal 1956, non abbiamo avuto finora un riscontro forte in termini di posti di lavoro", spiega. Oggi gli occupati sono 250 (più della metà a Vitrociset) ma - secondo i piani - è verosimile che nell'arco di una decina d'anni si arrivi a quota mille. "Ci sono progetti in campo per 230 milioni di euro, ma potenzialmente possiamo puntare a fondi di coesione europei per circa un miliardo di euro", prosegue Cao.

I TEMI - In sostanza, le applicazioni riguardano piattaforme per droni; sistemi avanzati di protezione civile e ambientale con l'utilizzo di satelliti; tecnologie per la perlustrazione robotica e umana del cosmo; la realizzazione di materiali come quelli per i test di motori a propellente solido e liquido del lanciatore Vega; il tracciamento e la predizione delle rotte di oggetti orbitanti intorno alla Terra.

LE COMMESSE - "Alcune cose sono già concrete - dice Cao - ad esempio, una delle imprese del Distretto sta realizzando componenti per razzi, un'altra produce monocristalli per laser, ancora, con il colosso Airbus, che investirà 8,3 milioni, abbiamo un'intesa per la sperimentazione di un sistema inerziale. Inoltre, siamo gli unici a detenere i diritti su brevetti legati all'esplorazione dello spazio".

L'ultimo bando della Regione, da 5 milioni di euro, si è chiuso con successo: per droni e sensori, monitoraggio del territorio e dispositivi elettronici e meteo sono stati presentati 10 progetti per complessivi 12 milioni e una richiesta di contributi di 8,8 milioni. Ancora, per la formazione, l'assessorato al Lavoro ha promosso "Aerodron", per dare 85 patentini per il pilotaggio remoto.

L'INTESA CON GLI USA - "La Nasa ci ha cercato e, anche con l'Agenzia spaziale italiana, abbiamo stretto un accordo di collaborazione a tre per le osservazioni con il Radiotelescopio", dice Nichi D'Amico, presidente dell'Istituto nazionale di Astrofisica.

"Il fatto che funzionari dell'Agenzia americana siano venuti qui, dimostra quanto interesse ci sia per l'Isola, la sua localizzazione strategica e l'antenna più grande d'Europa, in vista delle nuove spedizioni sulla Luna e su Marte".

Cristina Cossu

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