A tre anni e mezzo da quella che è stata ribattezzata la “guerra del latte”, i pastori sardi organizzano una nuova mobilitazione e si ritroveranno il 12 ottobre alle 10.30 a Tramatza per un’assemblea straordinaria. L’intento, annunciano i portavoce dei pastori senza bandiere Mario Carai, Fabio Pisu, Gianuario Falchi, Nenneddu Sanna, Antonio Doa e Gianluigi Argiolas, è quello di “discutere tutti insieme le azioni da intraprendere per tutelare il comparto".

I costi, rilevano, “sono ormai insopportabili”, e le associazioni di categoria e la politica “totalmente assenti”. Questo, spiegano, “è il momento di decidere se arrenderci e abbandonare tutto oppure di farci valere e continuare a portare avanti i nostri comparti come hanno fatto i nostri antenati conservando così la nostra storia millenaria per far sì che anche i nostri figli possano continuare a seguire queste attività con dignità. Forza pastori, uniamoci tutti", è il loro appello.

Oltre "all'esclusione del comparto ovicaprino dall'ecoschema 1 livello 2 della Pac, la mancata convergenza dei pagamenti diretti, si aggiungono la beffa sulle risorse del Psr dove la Sardegna percepirà 115 milioni di euro in meno rispetto alla precedente programmazione e la quasi totale esclusione del comparto ovicaprino per il quale sono stati destinati appena 11 milioni di euro per l’intero comparto ( poco più di 1 euro a capo ) per i fondi della crisi derivante dalla guerra tra Ucraina e Russia - osservano i pastori -. Inoltre le risorse che erano state stanziate non sono state erogate a moltissime aziende sarde".

(Unioneonline/s.s.)

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