Tutto rimandato: il decreto crescita viene approvato "salvo intese", ossia può essere modificato in seguito, ma soprattutto - nonostante un lungo e teso consiglio dei ministri - manca l'intesa sui rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche.

Martedì il premier Conte incontrerà le associazioni dei truffati per trovare una soluzione al caso che ha messo il ministro Tria sul banco degli imputati.

Comunque una vittoria della linea del Movimento, fanno notare i pentastellati. Tria voleva inserire nel dl Crescita le norme sui rimborsi, M5S no: "Non se ne parla senza prima trovare l'accordo con le associazioni".

Ma allo stesso tempo è Tria che deve firmare i decreti attuativi per sbloccare il fondo da 1,5 miliardi istituito dal governo, e il ministro ancora non lo ha fatto. Ragion per cui quei soldi sono ancora fermi.

Il ministro dell'Economia, e con lui pare stia anche Salvini, è preoccupato dall'Unione Europea, che potrebbe bocciare un provvedimento che prevede risarcimenti per tutti indistintamente, senza che nessun giudice o organismo terzo accerti l'illecito.

Il Movimento no: "Siamo contenti che in questo decreto non siano entrate norme sui risparmiatori, vogliamo che vengano pagati senza arbitrati o contenziosi, devono essere indennizzati", afferma Di Maio. Che poi sbotta: "La settimana prossima è decisiva, poi bisogna prendere una decisione perché la pazienza è finita".

Dalla Lega un colpo al cerchio a uno alla botte. Il primo a Tria: "Ci aspettiamo risposte serie e reali per i risparmiatori, lunedì bisogna sbloccare gli indennizzi per i truffati". Il secondo agli alleati: "Basta bloccare il Paese con i no".

(Unioneonline/L)
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