Il motivo della protesta di ambulanti e tassisti? Risiede in due parole: "direttiva Bolkestein".

Alla base della liberalizzazione contro cui si è scatenata la protesta c’è infatti il provvedimento europeo approvato nel 2006 dalla Commissione Ue e recepito nell'ordinamento italiano nel 2010 (presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi).

La direttiva – il cui nome deriva dall'allora commissario europeo per la Concorrenza e il mercato interno, Frits Bolkestein – ha l'obiettivo di favorire la libera circolazione dei servizi e l'eliminazione delle barriere tra i vari Paesi Ue. Ecco perché è anche definita "direttiva servizi".

Gli ambulanti protestano contro l'obbligo di messa al bando delle concessioni in scadenza di spazi pubblici e beni demaniali (concessioni che spesso venivano rinnovate senza gare aperte ad altri operatori, in automatico, come ha stigmatizzato la Corte di Giustizia).

Anche i gestori degli stabilimenti balneari contestano le modalità di revisione delle concessioni pubbliche, nonostante un articolo del decreto "milleproroghe" (attualmente in discussione parlamentare) sposti al 31 maggio 2018 il termine per rimettere a bando le concessioni rilasciate dagli enti locali. I lavoratori ambulanti chiedono infatti un intervento del governo che li escluda dall'ambito di applicazione della Bolkestein.

Quanto ai tassisti, la protesta si concentra sull'emendamento al "milleproroghe" che sospende ancora (fino al prossimo 31 dicembre) l'efficacia della norma del 2008 (decreto legge 207) che mette forti paletti ai noleggi con conducente (Ncc) e limita l'attività di nuovi operatori quali Uber.
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