Cresce l'emigrazione italiana verso l'estero, mentre diminuiscono gli stranieri che arrivano dall'Africa. È in sintesi il lavoro dell'Istat che ha fornito i dati relativi al 2018.

Le cancellazioni anagrafiche per l'estero sono state 157mila (+1,2% sul 2017). Di queste, quasi tre su quattro riguardano emigrati italiani (117 mila, +1,9%). Le iscrizioni anagrafiche dall'estero (immigrazioni) sono circa 332mila. E per la prima volta sono in calo rispetto all'anno precedente del 3,2%.

In totale, negli ultimi 10 anni, sono stati 816mila gli italiani che hanno lasciato il nostro Paese. Oltre il 73% ha 25 anni e più; di questi, quasi tre su quattro hanno un livello di istruzione medio-alto.

I tassi di immigrazione più elevati si registrano in Molise, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia (7 immigrati ogni 1.000 residenti). Quelli più bassi in Sardegna e Puglia (3 per 1.000).

Ma in molte province si registra un saldo netto positivo (tra gli arrivi e le partenze) nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni, e negativo per over 65. Sono i casi di Milano, Roma, Firenze e Venezia. Viceversa, province come Asti, Vercelli, Oristano, Viterbo, Isernia e L'Aquila, caratterizzate da saldi negativi per i giovani, diventano attrattive per i più anziani.

In generale, gli spostamenti dal Sud verso il Centro Nord sono tipici dei giovani mentre risultano più sfumati per gli over 65, più propensi a spostarsi verso aree di provincia piuttosto che verso grandi centri urbani.

(Unioneonline/s.s.)
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