Continuità, gli emigrati sardi: "Mobilità, diritto negato". Sardara: "Non piangiamoci addosso"
La Federazione dei circoli in Italia raccoglie le richieste dei tanti sardi emigratiSono perplessi gli emigrati sardi che ruotano intorno al mondo dei circoli in merito alle tariffe differenziate, tra residenti nell'Isola e non, per i voli da e per la Sardegna.
Per Tonino Mulas, responsabile trasporti della Fasi, "la continuità per tutti resta la soluzione migliore per incoraggiare anche i segmenti di turismo ambientale e non solo balneare".
"La continuità territoriale - sostiene la federazione - riguarda la situazione di insularità della Sardegna: è una questione che interessa lo sviluppo infrastrutturale ed economico dell'isola e, a livello europeo, il principio di coesione. I sardi emigrati e le loro famiglie sono fortemente interessati e particolarmente sensibili alla questione dei trasporti da e per l'Isola. È giusto in primis il diritto alla mobilità dei sardi residenti, ma lo svantaggio colpisce anche i sardi emigrati e tutti coloro che vogliono raggiungere la Sardegna e ha evidenti ripercussioni negative nel settore del trasporto delle merci".
"La Sardegna - aggiungono gli emigrati - è assolutamente sguarnita di voli da numerose regioni dell'Italia continentale in cui è diffusa la richiesta di soggetti interessati ad avere collegamenti ordinari con l'Isola: gli operatori economici 'continentali' e sardi, gli studenti sardi fuori sede, gli emigrati nelle città della penisola".
Infine, sul rinnovo della continuità marittima: "Siamo convinti che mantenere tutte le rotte attuali (Arbatax compresa) a prezzi calmierati sia vitale per la Sardegna - conclude Mulas - La scadenza del 24 luglio è vicina e taglia in due l'alta stagione turistica; il governo, per motivi di emergenza stagionale, può ottenere dall'Unione Europea una proroga adeguata fino alla operatività del nuovo bando".
Sulla questione è intervenuto anche Stefano Sardara. Il presidente della Dinamo, a margine dell'accordo siglato fra la società sportiva e la Regione - diretto a promuovere una serie di attività in nome del brand "Sardegna" fuori dall'Isola -, ha spiegato: "Le difficoltà ci sono e le conosciamo, ma non ci piace piangerci addosso perché dobbiamo andare oltre questi limiti. Sappiamo che la Regione sta lavorando per risolvere questi problemi che, d'altro canto, abbiamo sempre avuto".
"L'80% del mio lavoro - ha detto ancora - si svolge fuori da questa terra e c'è un problema politico di continuità e di aerei rispetto al quale cerco di tenermi fuori: pensiamo che la Dinamo può contare solo su due voli e tuttavia se pensiamo di nasconderci dietro il limite dei trasporti non andiamo da nessuna parte".
D'altra parte, conclude il presidente della Dinamo, "quando rientro in Sardegna la sera e si apre il portellone dell'aereo sento subito il profumo della macchia mediterranea, e questo il resto del mondo se lo sogna".
(Unioneonline/s.s.)