"L'incertezza politica prolungata in Italia può agitare i mercati".

L'avvertimento arriva dall'Unione europea e in particolare dalla Commissione che, nelle previsioni economiche di primavera, conferma le stime di crescita per l'Italia, ma vede nello stallo dell'esecutivo che in questo momento sta vivendo il nostro Paese la minaccia di un pesante rallentamento.

L'economia italiana - si legge nel documento - resta fanalino di coda: "Continuerà a crescere allo stesso passo dell'1,5% quest'anno, sostenuta largamente dalla domanda interna: con venti di coda in calo e l'output gap che si chiude, la crescita del Pil verrà moderata a 1,2% nel 2019".

Dal punto di vista strutturale non sono previsti miglioramenti del deficit rispetto al Pil: il disavanzo - si vede ancora nel documento - è previsto in calo all'1,7% dal 2,3% del 2017, assumendo che non ci siano ulteriori cambiamenti di politica economica, grazie "alla crescita economica e a qualche misura inclusa nel bilancio 2018".

Nel 2019 il deficit nominale è previsto all'1,7%, a politiche invariate e senza includere l'aumento dell'Iva già legislato. Dovrebbe peggiorare invece di un quarto di punto il deficit strutturale, dal -1,75% del Pil potenziale nel 2018 (stabile rispetto al 2017) al -2% nel 2019.

MOSCOVICI: "DALL'ITALIA SFORZI PARI A ZERO" - "Gli sforzi strutturali" fatti dall'Italia per il 2018 "sono pari a zero, questo emerge dalle nostre stime": è l'amara risposta del Commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, a chi - in conferenza stampa - gli chiedeva se l'Italia fosse in linea con lo sforzo di miglioramento dello 0,3% in termini di deficit strutturale richiesto dall'Ue.

"Possiamo anche trarne delle conclusioni in termini di sorveglianza di bilancio ma non è questo un argomento rilevante per oggi, ne parleremo nel pacchetto primaverile del 23 maggio".

(Unioneonline/D)

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