Da Copagri Sardegna arrivano le proposte di modifica dello statuto consortile e del disciplinare di produzione del pecorino romano.

Il documento è stato presentato, come richiesto, al Capo di gabinetto del ministro, al Prefetto di Sassari e al Presidente del consorzio di tutela.

"Occorre riequilibrare la rappresentanza tra gli stagionatori e gli allevatori, a favore di questi ultimi - spiega Pietro Tandeddu, direttore regionale e responsabile nazionale Copagri per il comparto ovicaprino – tenendo conto che insieme possono ripartirsi solo il 34% dei voti poiché il 66% è riservato per legge ai caseifici; chiediamo inoltre di cambiare le modalità di assegnazione dei voti spettanti a ciascuna categoria (caseifici, stagionatori e allevatori) con l’assegnazione ai pastori di un voto per ogni 10mila litri di latte destinato alla produzione di pecorino romano e, per logica conseguenza, di un voto a caseifici e stagionatori per ogni 17 quintali di formaggio prodotto o trattato, essendo 17 i quintali di formaggio ottenibili da 10mila litri di latte. Chiediamo, infine, di ridurre il numero dei componenti del CdA (da 15 a 9) e la possibilità, per le organizzazioni di rappresentanza degli associati di partecipazione alle assemblee se non con diritto di voto, almeno con diritto di parola (oggi al massimo sono invitate e raramente ciò avviene)".

"Relativamente al disciplinare di produzione - dichiara Ignazio Cirronis, presidente regionale Copagri - la proposta principale è di individuare e codificare un formaggio pecorino romano ‘da tavola’ con un tenore di sale non superiore al 3% e distinto in due periodi di stagionatura (5/12 mesi – 12/24) da evidenziare per il consumatore con specifici bollini similmente a quanto fa il consorzio per il parmigiano reggiano". "Inoltre – prosegue Cirronis - chiediamo che per la produzione del romano sia utilizzato esclusivamente il latte proveniente dalle pecore di razza sarda e/o dalle razze storiche dell’area di produzione". "Proponiamo anche – la chiusa - altri limiti nelle tecniche produttive per privilegiare la qualità e specificità del formaggio rispetto alla quantità e scoraggiare gli allevamenti intensivi".

Da Copagri è stata inoltre ricordata l'importanza di "una rapida predisposizione del nuovo piano di autoregolamentazione dell'offerta di pecorino romano, perché sia operativo per l'inizio della prossima campagna casearia (1 ottobre)".

"Dato che si è esaurita la fase più critica della vertenza sul latte ovino – prosegue Ignazio Cirronis - chiediamo sia riportata la discussione più generale al Tavolo di Filiera Nazionale e, in attesa della sua costituzione, di convocare il Tavolo regionale che è costituito da tutte le componenti della filiera. Numerosi sono gli argomenti ancora aperti sui nodi strutturali del comparto al di là di quanto previsto dall’annunciato decreto legge sulle emergenze agricole che introduce l'obbligo di comunicazione delle produzioni del latte ovicaprino: vanno ridefiniti i compiti di ISTAT e ISMEA per l'individuazione di nuovi sistemi di rilevazione dei dati produttivi e di mercato delle varie tipologie di formaggi prodotti in Sardegna e dei costi di produzione per litro/latte onde consentire una giusta correlazione tra prezzi dei formaggi e prezzo latte da pagare. Occorre infine dotarsi di nuovi strumenti per garantire il rispetto della programmazione produttiva nonché adoperarsi per la piena attivazione di OILOS definendo in via preventiva le sue priorità di azione".

(Unioneonline/v.l.)
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