Il 2020 verrà ricordato dall'agricoltura oristanese come un anno orribile, prima il Covid-19 ed ora il caldo torrido legato alle bizzarrie del tempo con fenomeni estremi che si ripetono.

Per la Coldiretti di Oristano le ondate di scirocco e le gelate primaverili hanno compromesso agrumi, pescheti, meleti e vigneti.

I produttori ortofrutticoli Coldiretti del Terralbese (ma la situazione è simile in tutta la provincia di Oristano) denunciano l' ulteriore danno subito dalle colture. I prodotti di molte aziende agricole legate al turismo da uno stretto legame economico sono andati perduti. Le tante colture estive giunte a maturazione sono rimaste invendute o la immediata conseguenza è stata che le verdure a foglia, ma anche angurie e meloni e altre produzioni sul campo, sono state di fatto "bruciate" o compromesse. Di fatto non più idonee alla vendita.

Così nei magazzini si accatastano cumuli di angurie, meloni e verdure, tante rimangono sul campo. "Raffrontando il fatturato con giugno-luglio dello scorso anno - spiega Giampietro Mannai, produttore di ortive di Terralba, e Presidente di sezione Coldiretti, specializzato nella coltivazione bio di sedano - le aziende ortive hanno avuto un calo pari al 50".

Coldiretti Oristano, con il presidente Giovanni Murru e il direttore Emanuele Spanò, esprimono preoccupazione per il momento di forte sofferenza che colpisce l' ortofrutta oristanese, in un'area come la piana di Terralba, tra le più importanti nella produzione di ortive isolane. "Continuiamo a monitorare la situazione - affermano i dirigenti Coldiretti - e la evoluzione della problematica per valutare le azioni da intraprendere".
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