Nel 2019, le concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica erano le più alte degli ultimi 2 milioni di anni e quelle dei principali gas serra (metano e biossido di azoto) le più elevate degli ultimi 800.000 anni; negli ultimi 50 anni la temperatura della Terra è cresciuta a una velocità che non ha uguali negli ultimi 2.000 anni; l'aumento medio del livello del mare è cresciuto a una velocità mai vista negli ultimi 3000 anni. 

Questo l’allarme lanciato dal gruppo intergovernativo di scienziati del cambiamento climatico (Ipcc), contenuto nel primo dei tre volumi - approvato dai 195 Paesi dell'Onu e diffuso oggi - del Sesto rapporto di valutazione che sarà pubblicato nel 2022.

Gli studiosi affermano che il climate change riguarda ormai ogni area della Terra e tutto il sistema climatico e avvertono che forti e costanti riduzioni di emissioni di CO2 e di altri gas serra sono ancora possibili e in grado di limitare i disastri provocati dai cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo in alcune parti del mondo.

Il richiamo è ancora una volta al drastico e immediato taglio dei gas serra per limitare i danni, in particolare della CO2, che rimane nell'atmosfera per centinaia di anni.

Durante i lockdown causati dalla pandemia, infatti, nonostante la riduzione globale del 7% dell'anidride carbonica non c'è stato alcun effetto apprezzabile sulla temperatura della Terra.

Per le aree costiere ci si attende un continuo aumento del livello del mare per tutto il XXI secolo, che potrebbe portare a inondazioni più frequenti e gravi e all'erosione delle coste (con Cagliari che rischia di essere sommersa nel giro di un secolo). Eventi estremi riferiti al livello del mare che prima si verificavano una volta ogni 100 anni entro la fine di questo secolo potrebbero verificarsi ogni anno.  

Il rapporto parla di un riscaldamento che procede molto velocemente e fornisce nuove stime sulle possibilità di superare il livello di global warming di 1,5 gradi nei prossimi decenni. A meno che non ci siano riduzioni immediate, rapide e su larga scala delle emissioni di gas serra, limitare il riscaldamento a circa 1,5 o addirittura 2 gradi centigradi sarà un obiettivo fuori da ogni portata.

Lo studio mostra che le emissioni di gas serra provenienti dalle attività umane sono responsabili di circa 1,1 gradi di riscaldamento rispetto al periodo 1850-1900.

Mediamente nei prossimi vent’anni, la temperatura globale dovrebbe raggiungere o superare 1,5 gradi di riscaldamento.

In questo caso ci si attende un incremento del numero di ondate di calore, stagioni calde più lunghe e stagioni fredde più brevi.

Con un riscaldamento globale di 2 gradi, gli estremi di calore raggiungerebbero più spesso soglie di tolleranza critiche per l'agricoltura e la salute. 

GUTERRES: “L’ERA DELL’ENERGIA FOSSILE DEVE FINIRE” – L'ultimo rapporto sul clima "deve suonare una campana a morto per il carbone e i combustibili fossili, prima che distruggano il nostro pianeta", ha commentato il Segretario generale dell'Onu Antonio Guterres.

Senza profondi tagli immediati delle emissioni, l'obiettivo di un riscaldamento globale non superiore ai 1,5 gradi Celsius "sarà rapidamente fuori portata", ha aggiunto.

"Il Rapporto è un codice rosso per l'umanità. I campanelli d'allarme sono assordanti e le prove sono inconfutabili: le emissioni di gas serra dovute alla combustione di combustibili fossili e alla deforestazione stanno soffocando il nostro pianeta e mettendo a rischio immediato miliardi di persone", ha detto ancora.

Per il segretario generale dell'Onu "non ci devono essere nuove centrali a carbone costruite dopo il 2021. I paesi dell'Ocse "devono eliminare gradualmente quelle esistente entro il 2030, e gli altri entro il 2040".

I Paesi dovrebbero trasferire i sussidi ai combustibili fossili in energie rinnovabili: "Entro il 2030, la capacità solare ed eolica dovrebbe quadruplicare e gli investimenti nelle energie rinnovabili dovrebbero triplicare", ha spiegato.

La soglia concordata a livello internazionale di un riscaldamento globale non superiore ai 1,5 gradi Celsius sopra i livelli pre-industriali è "pericolosamente vicina. L'unico modo per evitare di superarla è intensificare con urgenza i nostri sforzi e perseguire la strada più ambiziosa", ha concluso.

(Unioneonline/F)

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