“L'incontrollato aumento dei prezzi delle materie prime sta rendendo insostenibili i costi di produzione delle aziende agricole. È indispensabile programmare interventi che garantiscano la sopravvivenza dell'agricoltura sarda e delle sue aziende, fortemente minacciate dall'odierna situazione, con il rischio di chiusura e con il conseguente ulteriore impoverimento del tessuto sociale e economico sardo”.

Cia Sardegna lancia l'allarme sull'aumento dei costi di produzione delle imprese agricole e chiede l'intervento delle istituzioni regionali e nazionali per calmierare la situazione e sostenere un settore cardine del sistema economico isolano.

Le aziende agricole sarde registrano aumenti dei costi dal 20% fino a picchi del 60%, che incidono sulla redditività delle aziende zootecniche.

Secondo l’associazione di categoria, il costo dell'energia elettrica è aumentato del 20% nell'ultimo anno, quello delle attrezzature è cresciuto in maniera inesorabile, il costo dei concimi è quasi raddoppiato e il prezzo delle sementi registra rialzi preoccupanti.

Inoltre, si sta verificando anche una impennata del prezzo del gasolio agricolo, oltre che delle spese per i trasporti, che da sempre costituiscono una delle maggiori difficoltà rimaste irrisolte per l'agricoltura sarda. 

In questo momento della stagione agricola, a subire gli effetti negativi dei rincari sarebbe soprattutto le aziende olivicole e tutto il settore ortofrutticolo. A tutto questo si aggiunge la delicata situazione del settore ovicaprino: i miglioramenti sul prezzo del latte riconosciuto agli allevatori.

Cia Sardegna lancia infine un appello alle istituzioni, che “devono intervenire immediatamente per ridurre l'impatto dei rincari sui costi di produzione, per preservare e sostenere l'agricoltura isolana, che costituisce oggi uno degli ultimi presidi che sostengono l'economia e la tenuta sociale isolana”.

(Unioneonline/F)

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