Cenoni di San Silvestro, anche in Sardegna una valanga di disdette
Allarme soprattutto negli agriturismi sardi: “Ma sono i più sicuri”
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La paura del Covid e della contagiosissima variante Omicron rischia di mandare all'aria intere tavolate già programmate per la notte di San Silvestro.
In Sardegna è la Cia (Confederazione agricoltori italiani) a lanciare l'allarme negli agriturismi sardi, travolti da una valanga di cancellazioni quantificata nel 30% di posti prenotati. L'effetto domino del nuovo picco di pandemia si calcola che porterà ingenti perdite di fatturato, intorno ai 15mila euro per ognuno degli 870 agriturismi sardi nel periodo delle festività, fino all'Epifania.
"Dati oggettivi e timori hanno spinto famiglie, coppie e comitive di amici a rivedere i programmi di fine anno”, spiega Alessandro Vacca, direttore regionale Cia Sardegna. Per varie ragioni: rientri imprevisti a causa dei contagi, lunghe file per i tamponi (che aiutano a sentirsi più sicuri nonostante i vaccini) e arrivi dall'estero annullati (anche di emigrati) “hanno finito per incidere pesantemente sui pernottamenti ma anche su pranzi e cene fuori casa, anche nelle vicinanze”.
“Il problema vero di quest'anno è che le prenotazioni sono davvero scarse – aggiunge Fernando Atzeni da Su Massaiu a Turri – la gente è preoccupata e non si fa neanche sentire. Dopotutto le restrizioni sono giuste, anche se a noi fanno molto male: perciò, visto come vanno le cose, opteremo per una buona cena sobria con i clienti ospitati nelle nostre otto camere, solo 20 persone contro i 120 posti occupati negli anni migliori”.
"Quest'anno, dopo alti e bassi, si conclude in chiaroscuro per via della nuova ondata Covid in cui si segnalano disdette per l'ospitalità a Capodanno da parte di famiglie che sono state costrette a rinunciare alle vacanze. Eppure – dice Michelina Mulas, presidente di Terranostra Sardegna, l'associazione degli agriturismi Campagna Amica di Coldiretti – sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche”.
(Unioneonline)
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