Cedi chiede il concordato preventivo e cerca un partner per non fallire
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Otto mesi per passare dall'annuncio della cessione delle strutture di vendita della Cedi Sardegna alla Sigma-Coop Italia (ottobre 2014) al concordato preventivo richiesto al tribunale per evitare il fallimento. Dopo questo atto, che l'amministratore delegato della Cedi, Rinaldo Carta, annuncia come approvato, debiti e crediti sono passati sotto la tutela del tribunale nell'interesse di creditori, fornitori e lavoratori. L'azienda ha ora quattro mesi di tempo per predisporre un progetto di ristrutturazione in grado di scongiurare il rischio di fallimento. Rinaldo Carta ha manifestato comunque un cauto ottimismo. «Ce la faremo nonostante le difficoltà legate alla crisi del settore che ha toccato gruppi ben più grandi del nostro. Sto già lavorando per trovare una nuova alleanza».
La crisi parte da lontano. Già al momento in cui lasciò il marchio Sisa per passare a Sigma la situazione debitoria era pesante. Quando avvengono queste alleanze nella grande distribuzione, chi mette le sue strutture di vendita a disposizione del marchio scelto ha un ritorno economico. Una boccata d'ossigeno che evidentemente non è stata sufficiente a risollevare la Cedi impaludata in un mercato dove i consumi sono in crisi, i margini di guadagno sempre più ridotti, i costi del lavoro e quelli fissi in crescita esponenziale. Rinaldo Carta ha cercato di fronteggiare la crisi. Si è rivolto alle banche per chiedere un finanziamento nell'ordine di diversi milioni. Secondo indiscrezioni che Carta non ha voluto confermare, un istituto di credito avrebbe perfino deliberato il finanziamento ma poi un ulteriore approfondimento della situazione finanziaria della Cedi avrebbe indotto il consiglio d'amministrazione a fare marcia indietro.
Il contraccolpo ha interessato al momento solo il personale della Sky Log, controllata dalla Login Group, che aveva affittato il ramo d'azienda della movimentazione merci ceduto da Cedi. 187 lavoratori tra operai (144) e impiegati (43). Il taglio dovrebbe interessare 120 di loro. Lunedì c'è stato un primo incontro fra le organizzazioni sindacali e l'azienda. Arnaldo Boeddu, segretario generale Filt Cgil. «La situazione è diventata critica un paio di settimane fa quando i lavoratori si sono resi conto che non arrivava più alcuna merce da movimentare e distribuire e l'enorme magazzino della piattaforma di Codrongianos sui stava svuotando», ha detto il sindacalista. «Lunedì i lavoratori non ci hanno fornito alcun mandato preciso. Hanno preferito dare un'ulteriore settimana alla cooperativa da cui dipendono per ricevere gli stipendi dovuti». Il rischio più grave è che la crisi possa coinvolgere anche i lavoratori dei supermercati e i titolari delle strutture di vendita che fanno parte della Cedi Sardegna. Segnali di forte preoccupazione sono giunti da diversi parti dell'isola, dal nord al sud. Con loro i fornitori e tutto l'indotto che sta attorno a un'azienda della grande distribuzione.
Preoccupazione ha manifestato in una nota il vice capo gruppo di Forza Italia, Marco Tedde, ex sindaco di Alghero. «Il concordato Cedi Sigma rischia di provocare non solo la perdita di 120 posti di lavoro dell'impresa, ma anche qualche centinaio delle aziende fornitrici che saranno costrette a rinunciare a parte del credito».
Gibi Puggioni