Piazza Affari chiude in positivo una seduta ad alta volatilità, dominata ancora dalle tensioni politiche sul futuro dell'area Euro e dalle pressioni sul settore bancario.

Dopo aver toccato nel pomeriggio una flessione di circa un punto percentuale, a Milano il Ftse Mib ha recuperato e messo a segno un progresso dello 0,58%. Il miglior risultato tra le Borse del Vecchio Continente, dove Parigi è avanzata dello 0,26%, mentre sono rimaste deboli sia Londra (+0,04%) che Francoforte (-0,05%).

Sul listino milanese, spicca il balzo di Banco Bpm, cresciuto del 4,1% dopo il tonfo di ieri. Tra gli istituti di credito, in rialzo anche Mediobanca (+1,44%), Ubi Banca (+1,27%), Bper (+1,2%) e Unicredit (+1,06%), che è alle prese con il maxi-aumento di capitale da 13 miliardi e domani diffonderà i propri conti. Poco sotto la parità Intesa Sanpaolo (-0,19%); maglia nera invece per Banca Mediolanum (-2,47%).

Tra i big del listino, si sono visti acquisti su Fca (+2,48%), accusata di presunte manipolazioni delle emissioni di alcuni motori diesel, e su Telecom Italia (+1,1%). Ma la corsa ai titoli "difensivi" ha premiato soprattutto le utilities, tra cui spiccano il +3,66% di Terna, il +3,03% di A2A e il 2,79% di Enel.

Sul fronte dei governativi, lo spread tra Btp e Bund tedesco – che ieri aveva terminato sui 200 punti base – si è portato a quota 194 punti. Con il rendimento del decennale italiano sceso a 2,25% sul mercato secondario.
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