I dati sul Pil statunitense (cresciuto del 2,1% nel quarto trimestre 2016, oltre le attese) hanno restituito un po' di fiducia alle borse europee.

Dopo una prima parte di giornata all'insegna della cautela - con l'attenzione rivolta alle nuove mosse del presidente Usa Donald Trump in tema di dazi alle importazioni Ue - i listini hanno infatti goduto della spinta di Wall Street.

In questo quadro, Milano ha chiuso con un guadagno dello 0,45%: in linea con Parigi (+0,44%) e Francoforte (+0,44%). Mentre Londra è risultata sottotono (-0,06%), nel day-after l'avvio ufficiale della procedura che condurrà il Regno Unito fuori dall'Unione Europea.

A Piazza Affari si sono messi in luce i titoli petroliferi, sostenuti anche dal rialzo del prezzo del greggio. Regina di giornata Tenaris, cresciuta del 3,59% ancora in scia alle dichiarazioni del numero uno dell'azienda Paolo Rocca, che all'Energy Conference di New Orleans ha detto di aspettarsi, circa il mercato dei tubi, una crescita della domanda globale pari al 37%.

Gli acquisti hanno premiato anche Eni (+1,32%) e Saipem (+1,36%), che ieri ha emesso un bond a tasso fisso a 5 anni, per un valore nominale di 500 milioni di euro, apprezzato dal mercato e dagli analisti.

La seconda regina di giornata - dopo Tenaris - è stata Buzzi Unicem (+3,33%), che oggi ha comunicato di aver chiuso il 2016 con un utile netto a 148,7 milioni (in aumento del 16,1% rispetto al 2015).

Tra gli industriali, sono andati bene anche Prysmian (+1,53%) e Leonardo (+1,28%).

Le vendite hanno invece colpito Poste Italiane (-0,79%), Fiat Chrysler (-0,58%) e soprattutto Bper Banca (-1,35%), che continua a disegnare una parabola ribassista: da inizio anno il titolo dell'istituto modenese ha perso circa il 7%.

Il resto del comparto bancario - con l'eccezione di Unicredit (piatta a -0,07%) - ha terminato sopra la parità: da Ubi (+1,08%) a Intesa Sanpaolo (+0,24%), passando per Banco Bpm (+0,89%).

Per quanto riguarda i titoli di Stato, si è allargato lo spread Btp-Bund, che chiude a quota 180 punti base. Il rendimento del decennale italiano è infatti salito di due punti base (al 2,13%); mentre quello tedesco è calato di due (allo 0,33%).
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