Non è solo la mancata proroga del taglio delle accise da parte del governo Meloni ad incidere sull’impennata dei prezzi di benzina e gasolio a cui stiamo assistendo in questi primi giorni del 2023.

Ci sono anche delle speculazioni sui listini, ne è convinto il Codacons, che ha annunciato un esposto alla Guardia di Finanza e alle Procure di tutta Italia affinché accendano un faro sull’andamento dei prezzi.

«La benzina in modalità self ha già superato quota 1,8 al litro, mentre il gasolio in modalità servito ha sfondato la soglia dei 2 euro al litro - spiega il presidente dell’associazione Carlo Rienzi -, tutto ciò mentre le quotazioni internazionali del petrolio sono in ribasso e non giustificano in alcun modo l'andamento dei prezzi alla pompa, al netto del rialzo delle accise».

Il Codacons chiede alle Procure di aprire un’inchiesta per aggiotaggio e di sequestrare le bolle d’acquisto dei carburanti direttamente presso le società petrolifere, in modo da «verificare le motivazioni di tali aumenti».

La sola mancata proroga al taglio delle accise nel 2023 si traduce, spiega il Codacons, in una stangata da 366 euro a famiglia. Soldi a cui vanno aggiunti «gli effetti indiretti in termini di rincari a cascata sui listini dei prodotti trasportati e sulle tariffe di una moltitudine di servizi».

(Unioneonline/L)

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