Continua a destare allarme la presenza nei mari italiani del famigerato granchio blu.

Fedagripesca-Confcooperative segnala infatti i primi di casi “attacchi” non solo delle vongole d’allevamento, ma anche delle vongole di mare, le venus gallina (ovvero il lupino) autoctone del Mar Mediterraneo. 

Le prime segnalazioni in questo senso sono arrivate dai pescatori di Ancona, dove granchi blu sono stati avvistati in massa a una distanza di 100 metri dalla costa, come fa sapere Domenico Lepretti presidente del Consorzio di gestione della pesca delle vongole nel Compartimento marittimo di Ancona, confermando una proliferazione nel giro di qualche giorno.

È quindi scattato l'allarme tra i pescatori che conoscono bene questa specie aliena, perché hanno iniziato a vederla nelle loro reti circa 4 anni fa, ma se prima era un ritrovamento sporadico, adesso è diventata un'emergenza.

Il rischio è che il granchio blu possa predare anche altre specie, a cominciare proprio dalla vongola di mare, spiegano i pescatori, alle prese con una fase delicata della stagione caratterizzata, fra l'altro, da una recrudescenza del costo del gasolio.

Certo è che non è facile convivere con questa specie senza mettere a repentaglio importanti produzioni ittiche nazionali.

Questo granchio, spiegano da Fedagripesca, «è diventato endemico ormai e non potremo più liberarcene, dobbiamo quindi imparare a conviverci».

Diverse le strade da percorrere: pescarlo il più possibile cercando di ottenere dall'Ue la deroga per catturarlo con attrezzi idonei nella prima fascia costiera, potendo utilizzare strascico e/o draghe idrauliche, l'area più frequentata dai granchi, bonificare le aree produttive di vongole, acquistare nuovo seme perché quello che avevano i produttori è andato distrutto, e poi recintare e proteggere le aree di semina.

Gli addetti del comparto sollecitano quindi le istituzioni ad ogni livello affinché intervengano per tutelare il settore pesca dalla nuova minaccia. 

(Unioneonline/l.f.)

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