L’aumento è inarrestabile, come per gli altri carburanti: la quotazione jet fuel, cioè il combustibile utilizzato nel mondo dell’aviazione, è cresciuta quasi del 90% in un anno. E il rincaro ora minaccia la continuità territoriale. Il bando-ponte per la gestione dei collegamenti dal 15 maggio al 30 settembre è ancora in alto mare. Nessuna compagnia si è fatta avanti ufficialmente. Le perplessità non mancano, e sono legate proprio ai costi. Questa volta nei mesi estivi non sono previste compensazioni economiche da parte della Regione. I conti dovranno stare in equilibrio da soli. Non sarà semplice. Anche perché oltre all’impennata del carburante nei giorni scorsi si è aggiunto un altro dettaglio non da poco.

La decisione

Il ministero delle Infrastrutture e della mobilità a fine febbraio ha aggiornato le tariffe della continuità territoriale aerea. Una procedura prevista prima dell’inizio di ogni stagione aeronautica (quella estiva inizierà il 27 marzo). La buona notizia è che non sono previsti aumenti, anzi: i prezzi massimi dei biglietti caleranno. Tre euro nei collegamenti tra l’Isola e Roma (36 euro più tasse contro i 39 euro attuali) e quattro euro in quelli verso Milano (43 euro più tasse contro 47 euro). Il calcolo, un po’ in controtempo, tiene conto dell’andamento dell’inflazione dell’ultimo anno e della media semestrale del prezzo del carburante. Ma i numeri utilizzati sono vecchi di qualche mese e non sono stati adeguati agli ultimi rincari legati alla guerra in Ucraina. La Regione ha dovuto prendere atto del decreto della direzione generale per gli aeroporti del Ministero, e ha pubblicato le nuove tariffe. Su cui ora le compagnie aeree prepareranno i loro business plan. Inutile dire che la novità abbia complicato la strada verso l’assegnazione del servizio, già abbastanza in salita. Né Volotea né Ita hanno presentato la manifestazione d’interesse per gestire le rotte sarde. E non è detto che lo facciano in tempi brevi.

La procedura

La settimana scorsa infatti i funzionari della Commissione europea hanno storto il naso di fronte all’ipotesi – proposta dalla Rappresentanza italiana a Bruxelles su richiesta di Ministero e Regione – di anticipare i termini del bando al 15 marzo. E così l’assessorato ai Trasporti nelle comunicazioni relative al bando - pubblicate qualche giorno fa - ha chiarito che l’accettazione degli oneri di servizio «deve essere presentata al più tardi il 14 maggio 2022». Insomma: c’è il rischio concreto di arrivare a poche ore dalla scadenza senza sapere quale compagnia (o quali compagnie) decolleranno dagli scali sardi, con tutte le conseguenze immaginabili per i passeggeri e per l’industria turistica.

L’ottimismo

Uno scenario che l’assessore Giorgio Todde per ora non vuole neanche prendere in considerazione: «Contiamo di chiudere la pratica in anticipo rispetto alla scadenza, anche se è probabile che gli aumenti dei costi del carburante abbiano inciso sulle scelte dei vettori».C’è poi un’altra questione. Se si presentassero più vettori per una sola tratta, la situazione si complicherebbe ulteriormente. «Nel caso di accettazioni multiple sulla stessa rotta, spetta ai vettori interessati trovare, se necessario, un accordo tra loro», specifica l’assessorato, «la Regione, quindi, non adotterà alcun criterio di ripartizione ma rilascerà in ordine cronologico il nulla osta per l’assegnazione e autorizzazione delle bande orarie da parte degli enti competenti».

Insomma: saranno i manager delle compagnie a dover trovare un’intesa per spartirsi gli orari.

Michele Ruffi

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