Si apre oggi alla Fiera di Verona, in presenza ma in un'edizione "speciale" per gli operatori, la storica rassegna Vinitaly in programma fino a martedì.

L'obiettivo dell’edizione 2021 è quello di spingere l'export del vino entro la fine dell'anno alla soglia dei 7 miliardi di euro export, "e in questi mesi, anche grazie a quest'evento dedicato al B2b, possiamo dare un concreto supporto al mercato", ha commentato il direttore di Veronafiere, Giovanni Mantovani.

Alla manifestazione sono presenti 400 espositori "che rappresentano il meglio del ranking delle aziende italiane, per dimensioni e qualità e ci saranno 200 buyer qualificati provenienti da tutte le parti del mondo, con un ritorno importante, un po' a sorpresa, da parte della Cina".

IL SALONE "VIGNETO ITALIA" – All’interno della rassegna è presente una grande esposizione dedicata all'origine del vino: il salone "Vigneto Italia", creato dalla Coldiretti per scoprire la grande biodiversità e qualità dalle quali nascono le più prestigiose bottiglie del vino Made in Italy.

Si va dall’uva Monica portata in Sardegna dai monaci camaldolesi alla Rondinella veneta, chiamata così perché nera come le piume delle rondini, dall'Ancellotta emiliana al raro Asprinio campano, che sale fino a 15 metri di altezza. 

"Sul territorio nazionale - spiega l’associazione di categoria - ci sono 608 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi, a dimostrazione del ricco patrimonio di biodiversità su cui può contare l'Italia che vanta lungo tutta la Penisola la possibilità di offrire vini locali di altissima qualità grazie ad una tradizione millenaria".

"Dal Molise arriva la Tintilia, vitigno rustico di montagna che - sottolinea Coldiretti - resiste bene al freddo, alle malattie ed all'attacco di muffe, da pochi anni riscoperto per la produzione del rosso Tintilia del Molise. Nelle vigne lombarde si coltivano varietà come la Bonarda, sapore zuccherino, o la Croatina nota per la sua notevole resistenza ai parassiti della vite, entrambi protagonisti in molti vini a denominazione dalla Bonarda all'Oltrepò pavese".

"Autoctoni al top anche - continua Coldiretti - in Friuli Venezia Giulia come il Picolit dalle produzioni limitatissime già coltivato in epoca imperiale romana, che ebbe l'onore di deliziare i palati di papi e imperatori ma anche scrittori come Carlo Goldoni, o lo Schioppettino, che prende il nome dal fatto di diventare leggermente frizzante durante la fermentazione, dando l'impressione, sia all'udito che in bocca, di scoppiettare a causa dell'anidride carbonica sviluppata. Il Glera veneto è la star delle colline di Conegliano Valdobbiadene dichiarate patrimonio dell'umanità dall'Unesco, ma anche l'uva dalla quale nasce il Prosecco, il vino italiano più popolare all'estero. E via via, tutti gli altri grappoli provenienti dalle diverse vigne della Penisola". 

(Unioneonline/F)

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