Il relitto di una nave romana del IV-V secolo d.C., con a bordo un carico ancora integro di anfore originarie della penisola iberica, è stato individuato alla profondità di 98 metri nel mare delle Egadi.

L’eccezionale scoperta è il risultato di due campagne di ricerca effettuate, a novembre del 2020 e a luglio di quest'anno, con un “side scan sonar”. Le numerose rilevazioni (strisciate), effettuate con avanzati strumenti di robotica quali l'Auv (autonomous underwater vehicle) e il Rov (remotely operated vehicles), hanno consentito di delineare in dettaglio il relitto con il suo carico di anfore la cui restituzione in 3D verrà realizzata nel 2022.

"Questa scoperta è l'ennesima dimostrazione di un lavoro incessante che prosegue sui nostri fondali - ha evidenziato l'assessore regionale siciliano ai Beni culturali, Alberto Samonà - per scoprire nuovi siti archeologici sommersi e ricostruire le vicende dell'antichità. L'uso sempre più frequente delle nuove tecnologie nel campo della ricerca subacquea sta consegnandoci soddisfacenti risultati aprendo il Mediterraneo ad una lettura più ampia e dettagliata".

"L'eccezionale scoperta - osserva la Soprintendente Valeria Li Vigni - è una conferma di quanto già sostenuto dalla Soprintendenza del Mare sin dai tempi di Sebastiano Tusa che aveva indicato nel mare delle Egadi una fonte inesauribile di microstorie che ci portano verso la conoscenza della Storia, non solo della Sicilia ma del Mediterraneo". 

(Unioneonline/v.l.)

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